di Gianmarco Salomoni
Una serie creata da Andrew Sodroski, Jim Clemente, Tony Gittelson. Con Sam Worthington, Paul Bettany, Jane Lynch, Chris Noth e Michael Nouri. Drammatica. Stati Uniti. 2017- in produzione.
La miniserie “Manhunt – Unabomber”, prodotta da Discovery Channel e poi introdotta nel catalogo Netflix, riesce a stupire lo spettatore raccontando la storia del noto terrorista statunitense, che fra il 1978 e il 1995 spedì dei pacchi bomba postali, causando tre morti e svariati feriti.
Gli otto episodi si sviluppano su due diverse linee temporali. Nella prima, successiva alla cattura di Unabomber, vediamo il profiler dell’FBI Jim Fitzgerald (Worthington) interrogare il criminale per ottenere una confessione; nella seconda, invece, viene raccontata la cattura vera e propria – o meglio la caccia all’uomo – di Ted Kaczynski (Bettany).
La miniserie, che si basa su fatti realmente accaduti, romanzandoli, ha il pregio di fare entrare lo spettatore in simbiosi con entrambi i protagonisti, magistralmente interpretati da Bettany e Worthington, che si rivelano essere due facce della stessa medaglia.
“Manhunt – Unabomber” è nel complesso una miniserie molto buona. Pur non essendo una produzione originale Netflix, non sfigura nel confronto con altri titoli di genere psico-thriller presenti nel ricco catalogo online.
Uno dei suoi maggiori punti di forza è sicuramente la precisione nella costruzione della trama e nella caratterizzazione dei personaggi. Sia Unabomber, genio matematico dilaniato dai traumi passati che diventa un terrorista, sia il pofiler dell’FBI che trascura la famiglia per il lavoro, sono credibili e non perdono smalto nel corso della narrazione.
Il ritmo è incalzante, e lo spettatore si ritrova invogliato a vedere il seguito della storia, pur sapendo già come andranno le cose. Il discorso vale soprattutto per le parti delle indagini, e per quelle relative alla vita di Ted, al suo modo di vivere e di pensare, che risultano, per quanto deviati, comunque affascinanti.
A febbraio 2020 è uscita su Netflix la seconda stagione della serie, trasformatasi in un progetto antologico. “Manhunt – Deadly games”, in dieci episodi, segue il caso di Eric Rudolph, conosciuto come l’Olympic Park Bomber, un terrorista statunitense responsabile dell’attentato alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e di altre azioni terroristiche negli Stati Uniti meridionali.