“Mademoiselle”: un’esperienza visiva forte, un film bello e sensuale

Park Chan-wook adatta per il grande schermo il romanzo del 2002 "Ladra" di Sarah Waters

Un film di Park Chan-wook. Con Kim Min-hee, Tae-ri Kim, Ha Jung-woo, Jin-woong Cho,  Hae-sook Kim, So-Ri Moon. Drammatico, 144′. Corea del sud 2016

Corea, 1930. Sotto la dominazione giapponese della Corea, Sookee viene coinvolta nel complotto ordito dal (falso) conte Fujiwara, che mira al patrimonio di una ricca ereditiera nippo-coreana, Hideko. Sookee diviene la domestica privata di Hideko, ma ben presto tra le due donne nasce un’attrazione, che rischia di compromettere il piano di Fujiwara.

 

Adattamento del romanzo “Ladra” di Sarah Waters del 2002, ambientato nell’Inghilterra dell’Ottocento, “Mademoiselle” sposta la vicenda nella Corea coloniale e nel Giappone degli anni ’30.

Park Chan-wook presenta la storia avvincente e sensuale di una giovane ereditiera giapponese, Lady Hideko, che vive in una tenuta isolata, e della donna coreana, Sookee, assunta per servirla come dama di compagnia ma segretamente coinvolta nel complotto di un truffatore ai suoi danni.

Ordinatamente suddiviso in tre parti, ognuna della durata di circa 45 minuti e che evidenzia il punto di vista di uno dei personaggi principali, il film rivela ben presto la natura dei suoi protagonisti: ognuno sta ingannando qualcun altro. L’unico sentimento a non essere simulato è quello nascente tra le due donne.

“Mademoiselle” riesce abilmente a recuperare gli elementi più dinamici del romanzo da cui è tratto e a combinarli con la visione unica e con l’energia del suo regista, per creare un’esperienza visiva indimenticabile. Nell’universo di Park Chan-wook bellezza e oscenità si affiancano, uomini e donne sofisticati e raffinati diventano d’un tratto crudeli.

Ambientato quasi interamente nella tenuta di campagna del collezionista di libri, il film affronta diverse tematiche: la fiducia e la vulnerabilità, la prigionia e la libertà, la tensione tra il sé autentico e la facciata che gli individui creano e che la società impone loro di indossare, la creazione artistica. È una sorta di meditazione sul potere e sul desiderio, ma anche un’ode all’autonomia delle donne – argomento di stretta attualità, ieri come oggi.

Intricato ma leggero, tanto da sembrare la summa della carriera di Park Chan-wook fino ad oggi, “Mademoiselle” è voluttuosamente bello, sinceramente sensuale, a volte perverso e violento. Tutti i pezzi sono assemblati con tale cura, i personaggi scritti e interpretati talmente bene che ogni fotogramma pulsa, di vita, a volte di sangue, altre ancora di morte.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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