“L’uomo di neve”: il detective Harry Hole sbarca sul grande schermo

Sulle tracce di un serial killer nella gelida Norvegia nell'adattamento del romanzo di Jo Nesbø del 2007

di Tomas Alfredson. Con Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, Chloë Sevigny, Val Kilmer. Drammatico, 119′. Gran Bretagna, 2017

Nella città di Oslo, quando i primi fiocchi cadono, alcune donne spariscono nel nulla e misteriosi pupazzi di neve compaiono a sorvegliare le strade. A investigare il detective  Harry Hole (Fassbender), che dopo l’ennesima sparizione scopre interessanti collegamenti con alcuni casi irrisolti vecchi di vent’anni: la cornice invernale, la vittima designata, il pupazzo di neve sulla scena del crimine, tutti elementi che richiamano i metodi di un elusivo serial killer. Con l’aiuto di una giovane e brillante recluta, il poliziotto dovrà unire i puntini per svelare il disegno nascosto dietro le frequenti sparizioni, prima che la neve torni a imbiancare le strade e cancelli ogni traccia dell’assassino.

 

Per chi ama i Paesi scandinavi – lo stile di vita, la cultura, le bellezze naturali – sarà stato quasi inevitabile diventare un accanito lettore del norvegese Jo Nesbø, uno tra i più talentuosi scrittori di thriller del panorama internazionale.

“L’uomo di neve” di Tomas Alfredson è il primo adattamento cinematografico delle indagini del detective Harry Hole – il romanzo in questione è in realtà il quarto della serie.

I fan saranno corsi in sala entusiasti, sapendo già cosa aspettarsi. Il problema, semmai, è per chi, come il sottoscritto, di Nesbø conosce poco altro oltre alla fama. Da ignorante il protagonista mi è sembrato un detective bravo e risoluto ma un uomo incapace di gestire la sua sfera personale – la descrizione corrisponde al vero? Sta a voi dirmelo, amici lettori.

Michael Fassbender – anche se personalmente non lo ritengo la scelta migliore per il ruolo – non esita a dare tutto sé stesso sia a livello fisico che emotivo. Il suo Harry Hole è un uomo logorato dai propri demoni, dall’alcool e dall’incapacità di tenere con sé la propria famiglia. Hole è un’anima inquieta, infelice, che sembra a un passo dal perdersi definitivamente. Se non fosse per il suo talento sul lavoro.

“L’uomo di neve” è un thriller cupo, violento eppure intimo e straziante, la storia di un serial killer feroce, meticoloso, misterioso che rapisce e uccide donne in crisi matrimoniale e con figli, e che lancia un‘aperta sfida ad Hole.

Il passato – spesso doloroso e tragico – è il cuore pulsante della storia, il filo rosso che unisce i protagonisti e influenza le vite e le azioni di tutti.

“L’uomo di neve” è un film più ragionato e intimistico che d’azione, sebbene non manchino le scene violente e sanguinarie, che punta soprattutto a evidenziare quanto i traumi e le ferite del passato possano condizionare l’individuo.

Tomas Alfredson dirige con mano ferma ed esperta, utilizzando uno stile essenziale e puntuale che se da una parte è vincente per costruire un’atmosfera sospesa e angosciante, dall’altra fa risultare la pellicola abbastanza fredda e rarefatta sul piano emozionale.

I personaggi femminili – sebbene siano i veri protagonisti – appaiono deboli e poco approfonditi. Rebecca Ferguson e Charlotte Gainsbourg, per quanto professionali, non riescono a mostrare la personalità e il talento di altre interpretazioni.

È invece degna di menzione la performance di Val Kilmer nell’inedito ruolo del vecchio e trasandato investigatore, per la capacità di bucare lo schermo con intensità, credibilità e presenza scenica.

“L’uomo di neve” è un discreto prodotto che risulta però, paradossalmente, senz’anima. Alla fine allo spettatore la curiosità di leggere il romanzo di Nesbø da cui è tratto il film – se non lo ha già fatto – viene anche, ma che il film rimanga impresso per più di qualche ora…

 

Il biglietto da acquistare per “L’uomo di neve” è:
Nemmeno regalato. Omaggio
(con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.