“Loro 2”: un progetto ambizioso che si perde nella superficialità

La seconda parte del biopic su Silvio Berlusconi diretto da Paolo Sorrentino perde smalto e coerenza

Elena Sofia Ricci è Veronica Lario nel film "Loro" di Paolo Sorrentino.

di Riccardo Carosella

 

Un film di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen. Biografico, 100′. Italia, 2018

È il momento dei confronti: fra Silvio ed Ennio, imprenditore del nordest testimone della prima ascesa di Berlusconi, tra Silvio e Sergio Morra, fra Silvio e Cupa Caiafa, fra Silvio e Veronica. Al centro c’è sempre Lui, proiezione delle speranze di riscatto di quelli (e quelle) che lo circondano, incarnazione materiale (e impudentemente materialista) dei sogni di (quasi) tutti.

 

Se riuscirete a non addormentarvi guardando le quasi due ore di “Loro 2” vi meriterete un bell’applauso, perché resistere non non sarà semplice!

Se nella prima parte del biopic uscito al cinema il 24 aprile (qui la mia recensione), nonostante alcuni eccessi e richiami evidenti al cinema di Martin Scorsese, Paolo Sorrentino era riuscito nell’intento di rendere bene la volgarità e la vacuità dell’era berlusconiana e dei mostri che aveva creato, qui si cade nell’autocelebrazione fine a se stessa.

“Loro 2” si concentra sul personaggio di Berlusconi, cercando di scavare nell’uomo attraverso le sue fragilità, le sue paure, i suoi sogni. Purtroppo il risultato è modesto, a tratti persino ridicolo – con alcune scene e alcuni dialoghi tristi e inutili ai fini della rappresentazione.

Vengono portati in scena molti aspetti della personalità controversa del Cavaliere – dal suo bisogno di circondarsi di donne giovani per non sentirsi vecchio all’incapacità di accettare la sconfitta; dal bisogno di essere sempre al centro della scena alla necessità di sentirsi amato – ma nessuno viene approfondito a dovere né rappresentato in modo del tutto onesto.

In “Loro 2” ci sono così tanta confusione e superficialità che lo spettatore finisce per sentire l’amaro in bocca, un senso di delusione nel constatare come il regista de “La grande bellezza” sembri aver smarrito la strada e lo smalto.

E la pochezza del film finisce per pesare anche su Toni Servillo, che qui sembra perdere in parte la sua forza. Sale in cattedra, in compenso, Elena Sofia Ricci, eccezionale nelle vesti di Veronica Lario. Una delle poche, se non l’unica, nota positiva di questo film.