Un film di Enrico Vanzina. Con Ezio Greggio, Ricky Memphis, Paola Minaccioni, Martina Stella,
Maria Luisa Jacobelli. Commedia, 94′. Italia 2020
Roma, 8 marzo 2020. La ricca borghese Mariella scopre che il marito avvocato Giovanni la tradisce con Tamara, una donna più giovane e “periferica”, cioè borgatara. Tamara, cassiera al supermercato, è a sua volta sposata con Walter, placido tassista che scopre nello stesso giorno il tradimento della compagna. Ma proprio mentre Giovanni e Tamara stanno per uscire dalle rispettive case coniugali scoppia il lockdown, e le due coppie sposate sono costrette a rimanere insieme almeno fino a quando la quarantena non sarà terminata.
Primo film “a tema Covid-19″, che ripercorre i due mesi in cui siamo stati chiusi in casa, “Lockdown all’italiana” è un progetto scritto e diretto da Enrico Vanzina, una commedia che genera riso amaro e prova ad avvicinarsi ai toni della commedia all’italiana.
Vanzina parte dalla solita opposizione di personaggi che caratterizzano questo tipo di film. Ci sono un ricco professionista di mezz’età, perennemente a caccia di scappatelle extraconiugali; una moglie che sperpera in gioielli e vestiti il patrimonio del marito; un’amante giovane e bella; un placido tassista a cui crolla il mondo addosso. Il lockdown è l’espediente narrativo che fa venire i nodi al pettine.
Ripulito dalle volgarità in cui troppo spesso cade il genere, “Lockdown all’italiana” è un film dal soggetto e dalla sceneggiatura impeccabili, un ritratto sociale dell’alta e della piccola borghesia borgatara. Ma questo non basta, come non basta la bravura di Paola Minaccioni. Tutto sa di già visto e sentito, perfino le battute non fanno ridere.
Impresse rimangono, semmai, le stupende immagini di una Roma vuota, quelle che nei mesi del lockdown ci hanno accompagnato e rattristato. E il fatto che il primo film di questo tipo arrivi dopo pochi mesi da marzo 2020, quando stiamo vivendo la seconda ondata di questa pandemia. Forse troppo presto, per riderci su.