“Le invisibili”: una brillante commedia sociale francese di Louis-Julien Petit

Attrici professioniste e vere clochard in un film realistico, crudo e feroce che però fa anche ridere

Un film di Louis-Julien Petit. Con Audrey Lamy, Corinne Masiero, Noémie Lvovsky, Déborah Lukumuena, Sarah Suco. Commedia, 102′. Francia 2018

Lady D, Édith Piaf, Brigitte Macron, Beyoncé, Salma Hayek e le altre scalpitano davanti al cancello dell’Envol, centro di accoglienza diurno ubicato nel Nord della Francia e destinato a ricevere donne senza fissa dimora. Nascoste dietro agli pseudonimi celebri che si sono scelte per preservare il loro anonimato, cercano e trovano riparo tra quelle mura. Una doccia, un caffè, qualche ora di calore umano le confortano e le rimettono in piedi. Almeno fino al giorno in cui Audrey e Manu, che dirigono con polso e benevolenza il centro, non ricevono lo “sfratto”. I fondi sono sospesi secondo le disposizioni della municipalità che ritiene il tasso di reinserimento insufficiente e non vuole più dispensare senza risultati. Ma Audrey e Manu con l’aiuto di Hélène, psicologa trascurata dal marito, non si arrendono e decidono di installare clandestinamente un laboratorio terapeutico e un dormitorio.

 

Diretto da Louis-Julien Petit, “Le invisibili” arriverà nelle sale italiane il 18 aprile, dopo aver aperto il Festival Rendez-vous, dedicato al nuovo cinema francese, a Roma.

Grande successo in Francia, il film è una commedia sociale brillante che racconta una storia non originalissima ma sicuramente costruita con maestria. La sceneggiatura sagace e a tratti divertenti nasconde un messaggio profondo, e momenti anche molto tristi.

Il cast è d’eccezione, composto da attrici di professione ma anche da vere clochard, che recitano come se non avessero fatto altro nella vita. Il regista ha incontrato per oltre un anno donne senzatetto in vari centri di accoglienza in tutto il Paese, e ha svolto indagini sulla professione di assistente sociale.

Alle sue attrici ha chiesto lo stesso tipo di lavoro. Audrey Lamy è stata a Grenoble ad aiutare i volontari di un centro a fare spese e a cucinare; Sarah Suco ha voluto vivere sulla propria pelle l’esperienza da senzatetto, “per provare la vergogna e la violenza degli sguardi”.

“Le invisibili”, anche per merito di questo lavoro di immersione svolto dal cast, risulta sin dalle prime scene realistico, crudo e feroce. La denuncia sociale è sottile, eppure in bella vista. E chi guarda si sente quasi in colpa, ogni volta che si lascia andare a una risata, e poi parteggia per le protagoniste, lotta con loro, e attraverso le loro storie analizza anche un po’ se stesso.

Tante le tematiche toccate dalla pellicola – l’amicizia, l’amore, anche in età avanzata, la paura della fame e del freddo, la disoccupazione, la lealtà, la lotta contro un sistema che definisce “invisibili” i soggetti che non vuole vedere. Una, in ultima analisi, la morale: tutte le persone hanno un valore e dei pregi, per quanto nascosti.

Un film consigliato a coloro che pensano di riuscire a estraniarsi dalla propria situazione per calarsi nei panni dei più sfortunati, empaticamente. Ma anche a chi vuole farsi una bella risata. A tutti, insomma.