di Ilaria Grasso
Probabilmente saprete già che le fiabe originali scritte dai fratelli Grimm non prevedevano il classico lieto fine adatto ai più piccoli che hanno invece proposto le versioni Disney.
Questo non è dovuto al fatto che Jacob e Wilhelm fossero dei perversi, ma quando misero mano alla prima edizione del loro lavoro in due volumi, edito a partire dal 1812, i due si consideravano storici della letteratura, non autori per ragazzi.
L’intento dei Grimm era raccogliere in un’antologia la tradizione orale dei paesi di lingua tedesca e per farlo si basarono principalmente sui racconti di amici e conoscenti. Quando le loro storie diventarono popolari, però, decisero di modificare alcuni degli aspetti più sgradevoli, così da rendere i racconti adatti a un pubblico più ampio.
“Anche se i Grimm non abbandonarono l’idea di base della raccolta di racconti popolari – spiega Zipes, che ha tradotto le storie in inglese nel 2014 – quando pubblicarono la seconda edizione, nel 1819, vennero in un certo modo influenzati dalle critiche ricevute e per questo le storie divennero meno crude, adatte a un pubblico più ampio”.
Curiosi di sapere com’era la prima edizione delle fiabe dei Grimm e cosa è cambiato poi? Riprendendo un pezzo di Mentalfloss, vediamo le 5 maggiori differenze.
1. I RACCONTI DIVENTANO PIÙ LUNGHI
I fratelli Grimm rielaborare le loro storie, dopo la prima edizione, e molte di queste diventarono più lunghe. “Wilhelm non poteva controllare il desiderio di rendere i racconti più artistici, per colpire così i lettori della classe media – scrive Zipes. – Il risultato è che i due volumi della prima edizione sono più vividi, perché è qui che i Grimm hanno compiuto il massimo sforzo per rispettare le voci dei narratori originari”.
2. LE MADRI DIVENTANO MATRIGNE
Se siete cresciuti con i film Disney, saprete che tutte le matrigne sono streghe cattive, invidiose delle bellissime figliastre – e questo si deve in larga parte alla riscrittura delle fiabe dei Grimm. Nella prima versione, infatti, era la madre naturale di Hansel e Gretel che cercava di abbandonare i figli nella foresta, la madre di Biancaneve che non solo assoldava un cacciatore per uccidere la figlia di sette anni ma progettava anche di mangiare gli organi della bambina. Il cambiamento è dovuto, da un lato, alla necessità di non scandalizzare i lettori – per cui la maternità era quasi sacra – dall’altro da una ripresa del contesto sociologico dell’epoca. Nel XVIII e XIX secolo, infatti, non era raro che una donna morisse di parto e che il marito si risposasse con una persona più giovane, più vicina per età ai figli di lui.
3. RAPERONZOLO NON RESTA INCINTA
Nella prima versione, la strega scopriva l’esistenza del principe quando Raperonzolo le chiedeva ingenuamente: “Madre Gothel perché i mie vestiti sono diventati troppo stretti? Non mi vanno più bene”. Il lettore – o ascoltatore – deduceva quindi che la protagonista era stata messa incinta. Con la settima edizione del 1857, la gravidanza viene cancellata. Raperonzolo rivela accidentalmente alla madre l’esistenza del principe quando le domanda perché lei è più difficile da tirare su rispetto a lui.
4. LE FATE VENGONO RIMPIAZZATE
Il testo viene molto rimaneggiato per essere più in linea con la morale cristiana, ma comunque l’elemento fantastico non svanisce – così come gli sviluppo incredibili delle trame. Ad esempio le trasformazioni rese possibili dalla magia rimangono. Detto questo, i Grimm intervengono sui personaggi. Nella prima edizione, a praticare gli incantesimi erano sempre delle fate. Nelle successive queste vengono sostituite da streghe, fattucchiere, donne sagge e via dicendo.
5. ALCUNE STORIE VENGONO SOPPRESSE
La prima edizione delle fiabe dei Grimm era composta da 156 racconti, quella definitiva da 210, ma i fratelli non si sono limitati ad aggiungere fiabe a quelle già registrate. Se il materiale che ricevettero dopo la pubblicazione permise loro di intervenire su alcune, altre erano troppo macabre per poter essere salvate e furono quindi cancellate dai libri.