di Alberto Leali

 

Un film di Nikolaj Arcel. Con Idris Elba, Katheryn Winnick, Matthew McConaughey, Claudia Kim, Jackie Earle Haley. Fantasy, 95′. USA, 2017

 

Arriva nelle nostre sale “La torre nera”, l’attesissimo progetto di Sony Pictures e MRC basato sulla monumentale saga fantasy di Stephen King e rimaneggiato dal regista danese Nikolaj Arcel (A Royal Affair) e dagli sceneggiatori Anders Thomas Jensen e Akiva Goldsman.

In una dimensione parallela chiamata Medio-Mondo il pistolero Roland Deschain (Elba), ultimo membro di un grande ordine di cavalieri, vaga alla ricerca di una misteriosa Torre Nera, vero e proprio perno dell’universo, prima che questa venga espugnata dal perfido stregone Walter O’Dim (McCoughney).

A New York, il giovane Jake (Taylor) si accorge di avere il potere di vedere il Medio-Mondo e ciò che gli sta accadendo. Walter gli darà la caccia, ma il giovane riuscirà, grazie alle sue doti, a raggiungere Roland nell’altra dimensione e ad aiutarlo nella sua missione.

Il materiale narrativo, ricchissimo e straordinario, sarebbe (e probabilmente sarà) da serie TV multi-stagione. Questo “La torre nera”, però, non vuole essere un adattamento degli otto romanzi di King, bensì una sorta di sequel.

Il film parte in medias res, con Roland che ha smesso di cercare la Torre e che vaga deluso e senza meta per il Medio-Mondo, desideroso di vendicarsi di Walter, che ha distrutto i suoi affetti e il suo Ordine.

Idris Elba è il pistolero Roland Deschain. La Torre Nera (2017)

La prima parte del film, ambientata nella New York moderna, in cui conosciamo Jake, la sua famiglia, i suoi sogni e la sua consapevolezza di essere speciale, è ben costruita e tiene vivo l’interesse, culminando in un concitato inseguimento tra il giovane e gli scagnozzi di Walter.

Il merito è soprattutto di Tom Taylor, che non solo ha le physique du rôle, ma è anche capace di far emergere appieno emozioni e paure del suo personaggio.

Dove il film perde colpi, invece, è nella seconda parte. L’ingresso di Jake nel Medio-Mondo e il decisivo – e frettoloso – scontro tra Bene e Male sono raccontati in maniera fin troppo classica e incolore, senza novità visive o stilistiche rispetto ad altri blockbuster recenti.

Il villain di Matthew McConaughey, anche se leggermente monodimensionale, è comunque capac di regalare alcune sequenze di cupa ironia.

Matthew McConaughey è un villain capace di cupa ironia. La Torre Nera (2017)

Roland – interpretato da un bravo Idris Elba -, combattente disilluso e ansioso di vendetta, con numerose ferite aperte e ricordi troppo dolorosamente vividi, risulta meglio sviluppato. Il suo incontro col giovane Chambers, che porterà alla costituzione di un rapporto quasi padre/figlio, sarà salvifico e di maturazione, provocando un cambiamento dei suoi orizzonti e delle sue ambizioni e dando al Bene una nuova possibilità.

“La Torre Nera”, in sintesi, è un mix tra fantasy – le atmosfere ricordano “Il Signore degli Anelli” -, western e science fiction alla “Blade Runner”, che, un po’ a sorpresa, tiene basso il minutaggio, riuscendo così a non annoiare anche coloro che non sono amanti del genere.

L’azzardato tentativo di semplificazione e snellimento del regista Nikolaj Arcel (probabilmente frutto di una produzione travagliata), anche se non non rende giustizia al genio creativo di King e alla ricchissima complessità della saga, è più che mai apprezzabile nell’attuale panorama cinematografico mainstream, troppo spesso fastidiosamente prolisso.

Il risultato è un film cupo, rapido e godibile, che se può far storcere il naso ai fan incalliti dei romanzi, può essere apprezzato da coloro, soprattutto giovani, che cercano al cinema intrattenimento spettacolare ben confezionato.

 

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