“La mummia”: Tom Cruise nel remake in chiave gotica del celebre film

Il mostro ha le fattezze di Sofia Boutella, e promette di portare morte e distruzione nel mondo

Un film di Alex Kurtzman. Con Sofia Boutella, Tom Cruise, Annabelle Wallis, Russell Crowe, Jake Johnson. Azione, 107’. USA 2017

 

Eccomi a scrivere la recensione dell’atteso reboot “La Mummia” di Alex Kurtzman, che segna un nuovo tentativo della Universal – dopo il fiasco di “Dracula Untold” – di lanciare il suo Dark Universe e sfidare il predominio Marvel e DC in fatto di super-eroi e affini.

La principessa egizia Ahmanet (Boutella) è una ragazza con le idee chiare. Pur di diventare il primo faraone donna della storia non esita a stringere un patto con il Dio Set, impegnandosi a riportarlo sulla Terra, e a uccidere nel sonno il padre, la matrigna e il fratellastro. Fermata prima di riuscire a compiere il rituale, viene punita con la mummificazione e la dannazione eterna.

Nel presente, la grotta in Mesopotamia dove si trova il sarcofago della principessa viene riportato alla luce da Nick Morton (Cruise), un mercenario che collabora con l’esercito, dall’amico Chris e dall’archeologa Jenny Halsey (Wallis). I tre riescono a portare il prezioso reperto sul loro aereo, ma i poteri di Ahmanet, ridestata dal suo sonno millenario, li fanno precipitare su una chiesa in Inghilterra.

Nick dovrebbe essere morto, ma si risveglia invece senza un graffio e con forti allucinazioni che lo attraggono irresistibilmente verso il sarcofago.

Il film, in questa nuova versione rivista al femminile, non mi è dispiaciuto, si lascia guardare piuttosto bene. Certo qualche taglio sarebbe stato auspicabile, e in alcuni momenti sembra di avere davanti più una puntata di “The walking dead” – con zombie e crociati tornati in vita, pronti a invadere le strade e la metropolitana di Londra.

Russell Crowe sfoggia con eleganza e stile pancia e doppio mento, e la sua recitazione, basata sulla fisicità e sulla presenza scenica, è d’impatto. Nel duplice ruolo di Dr. Jekyll/ Mr. hyde l’attore risulta divertente e al contempo sadico.

Che dire di Tom Cruise e della sua interpretazione, probabilmente il punto che più vi interessa di questo mio articolo. Ebbene anche a distanza di ore dalla fine della proiezione stampa, sono preda di una forte attacco di disistima. Per me stesso.

Cruise è uguale a se stesso, immutabile nonostante il tempo che passa: bello, magro, tonico, sorridente, atletico. Ha ancora quel sorriso ipnotico capace di sedurre qualsiasi donna, da trent’anni a questa parte.

L’attore americano potrà non piacere per le sue scelte religiose e personali, ma si conferma un interprete poliedrico, talentuoso, di consolidata esperienza.

La scena di lotta tra lui e Russell Crowe vale da sola il prezzo del biglietto, fosse solo per vedere due sex simbol darsele di santa ragione e fare il tifo per il personaggio meno prevedibile.

Sarà il botteghino a dire se questo nuovo “La Mummia” segnerà l’inizio di un progetto a lunga scadenza dell’Universal oppure no. Per quello che si è visto, le premesse per un prodotto mostruosamente interessante ci sono tutte.

 

Il biglietto da acquistare per “La Mummia” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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