“La cospirazione del Cairo”: tra thriller politico e film di spionaggio

Il film di Tarik Saleh, premiato a Cannes nel 2022, è convincente, ben recitato e suggestivo

Un film di Tarik Saleh. Con Tawfeek Barhom, Fares Fares, Mehdi Dehbi, Mohammad Bakri, Makram Khoury. Drammatico, 126′. Svezia 2022

Adam è figlio di un pescatore analfabeta ma ha sempre amato leggere e studiare, perché a detta di suo padre è intelligente come quella madre scomparsa troppo presto. Dunque il ragazzo ottiene una borsa di studio per l’Università Al-Azhar de Il Cairo, conosciuta come “la più grande istituzione islamica”. Ma poco dopo l’arrivo di Adam il Grande Imam che dirige Al-Azhar muore, e si pone il problema della sua successione. Il candidato naturale sarebbe un anziano Imam cieco di grande profondità spirituale, ma il Presidente della Repubblica egiziano gli preferisce un altro leader, più incline a mantenere la separazione fra religione e Stato. Incaricato di vigilare sulla transizione alla testa dell’ateneo per conto del governo è il Colonnello Ibrahim, ambigua figura di grande abilità strategica, che non disdegna mezzi di persuasione anche assai poco leciti. E in mezzo a questo crocevia finirà proprio Adam, come recluta innocente.

 

La divisione tra potere temporale e potere spirituale è un tema, soprattutto nei Paesi islamici, ancora oggi di stretta attualità. Le primavere arabe, a loro tempo, hanno dato speranza alla popolazione, ma la repressione che ne è seguita ha portato a una situazione ancora più stingente che in passato.

Per i giovani le possibilità sono poche. Una di queste, è quella di essere ammessi alla prestigiosa Università Al-Azhar del Cairo. È quanto succede ad Adam, protagonista de “La cospirazione del Cairo” (Boys from Heaven) di Tarik Saleh – vincitore nel 2022 della Palma d’oro per la miglior sceneggiatura a Cannes.

Adam (Barhom), figlio di un umile pescatore analfabeta, considera l’ammissione un grande privilegio, da sfruttare a pieno per innalzare la sua posizione. Quello che però non può prevedere è che dopo la morte improvvisa del Grande Imam, che dirige l’istituzione islamica, si trova invischiato in una spietata lotta di potere…

Il Grande Imam è la figura religiosa più importante d’Egitto. La carica è a vita, formalmente indipendente dal potere esecutivo, pertanto nessun governo può permettersi il lusso di rimanere neutrale rispetto alla sua elezione.

“La cospirazione del Cairo” è un thriller politico di spionaggio giocato all’ombra dell’università islamica in cui non mancano tradimenti, colpi di scena, omicidi e inganni. Tarik Saleh firma una sceneggiatura avvincente, coinvolgente, evidenziando il pericoloso quanto inquietante cortocircuito tra istituzioni religiose e politica.

Adam (un convincente Tawfeek Barhom) si ritrova coinvolto in una situazione tesa e complessa in cui ciascuno cerca di ottenere un vantaggio a discapito degli altri. Inizialmente pedina nelle mani del Colonnello Ibrahim (l’ottimo Fares Fares), impara presto come utilizzare a proprio vantaggio le informazioni carpite e da ingenuo agnello, per sopravvivere, si trasforma in lupo.

A uscire sconfitto da questa guerra di potere, posizionamento e manipolazione è soprattutto l’Egitto, del cui reale benessere nessuno degli interessati sembra preoccuparsi.