Chiunque avesse l’occasione di conoscere Jack e Grace Angel penserebbe che sono la coppia perfetta. Lui un avvocato di successo, affascinante, spiritoso. Lei una donna elegante e una padrona di casa impeccabile. Chiunque allora vorrebbe conoscere meglio Grace, diventare sua amica, scoprendo però che è quasi impossibile anche solo prendere un caffè con lei: non ha un cellulare né un indirizzo email, e comunque non esce mai senza Jack al proprio fianco. Chiunque penserebbe che in fondo è il classico comportamento degli sposi novelli, che non vogliono passare nemmeno un minuto separati. Eppure, alla fine, qualcuno potrebbe sospettare che ci sia qualcosa di strano nel rapporto fra Grace e Jack. E chiedersi per esempio perché, subito dopo il matrimonio, Grace ha lasciato un ottimo lavoro sebbene ancora non abbia figli, perché non risponde mai nemmeno al telefono di casa, perché ci sono delle sbarre alle finestre della camera da letto. E a quel qualcuno potrebbe venire il dubbio che, forse, la coppia perfetta in realtà è la bugia perfetta…
Nel profluvio di thriller psicologici incentrati sulla famiglia, sulla coppia, sui lati oscuri del matrimonio usciti dopo il successo di “L’amore bugiardo” di Gyllian Flinn non è semplice trovare qualcosa di davvero originale.
Non sono la maggiore esperta mondiale del genere, mi piace leggere un thriller di questo tipo di tanto in tanto ma mi guardo bene dal correre a comprare tutti i cosiddetti casi letterari al momento dell’uscita, eppure ho trovato che “La coppia perfetta” di B. A. Paris riesce bene a distinguersi dalla massa e, a suo modo, imporsi all’attenzione.
La storia non è delle più originali: abbiamo una coppia bella, benestante, all’apparenza felice, unita in un solido matrimonio che si rivela essere un po’ meno perfetta di quanto appaia a una prima, superficiale, osservazione.
Quello che mi ha colpita non è tanto la trama, anche se la scelta di alternare passato e presente, e di mostrare quindi solo poco a poco a chi legge la gravità della situazione in cui si è andata a cacciare Grace – o altrimenti detto il piano folle e malato dell’avvocato senza macchia Jack – l’ho trovata riuscita, quanto lo stile dell’autore e le emozioni che questa storia riesce a trasmettere.
La scrittura è neutra, leggibilissima, ma pagina dopo pagina trasmette così tanta ansia che è davvero difficile andare avanti con la lettura. Non mi capita spesso di emozionarmi per i personaggi dei libri, di provare pena per loro e vivere quasi sulla mia pelle le loro disavventure. Ebbene nel libro di Paris questo succede.
La paura di Grace per il futuro della sorella con handicap, il bisogno spasmodico di trovare una via di fuga e quella mancanza di alternative che fa quasi mancare l’aria… leggendo sembra quasi di viverle in prima persona. La sensazione di claustrofobia esce dalla pagina per attanagliare lo stomaco di chi legge. Personalmente, lo trovo un grande risultato. Trasmettere emozioni, quando si parla di donne tormentate e problematiche, di donne soggette ai rovesci del destino o al marito maniaco di turno è tutt’altro che semplice. L’autore, qui, ci riesce. Per questo “La coppia perfetta” merita di essere letto. Anche se non sarà un capolavoro, quanto meno è avvincente, e toccante.