Seth Grahame-Smith ci conduce nel primo secolo dopo Cristo quando il mondo è dominato dall’imperatore Cesare Augusto ed Erode il Grande, un re fantoccio corrotto e assassino, spadroneggia in Galilea. Ma il loro potere è messo in pericolo dal cinico e feroce Balthazar, che ha giurato vendetta contro tutti i romani diventando il leggendario “Fantasma di Antiochia”, flagello dell’impero. Sfuggito all’ennesima condanna a morte, si ritrova davanti a una povera mangiatoia alle porte di Betlemme insieme a due improbabili compagni di viaggio. L’incontro con una giovane ragazza chiamata Maria, il suo devoto compagno Giuseppe e il loro figlio appena nato, cambierà per sempre il destino di Balthazar. E anche se il tempo delle grandi inondazioni e delle creature magiche è finito, la lotta fra il bene e il male continua. È l’inizio di un’avventura che li vedrà combattere contro eserciti nemici, scontrarsi con forze occulte, fronteggiare morti che si risvegliano e assistere a incredibili miracoli; nel tentativo di salvare un bambino davvero speciale e nella disperata speranza di ritrovare un pendente misteriosamente scomparso.
Quando si dice un libro originale. Confesso che Seth Grahame-Smith mi era del tutto sconosciuto come autore prima di leggere questo libro. Adesso che ho scoperto di cosa è capace… non vedo l’ora di immergermi anche nei suoi due altri lavori (una rivisitazione zombie di Orgoglio e pregiudizio e la storia del presidente Lincoln, cacciatore di vampiri).
Vi serve del tempo per riprendervi dalla lettura dell’inciso? Oppure siete pronti per capire cosa si nasconde dietro la copertina alquanto bizzarra che potete vedere in alto?
Non c’è niente di meglio di un romanzo a tema, per passare le feste natalizie. O no? Confesso che il buonismo che spesso permea fin nel profondo le storie ambientate durante le feste (con regali inattesi, ritorni insperati, persone che si riscoprono migliori di quello che sono) non mi fanno propriamente adorare il filone. Quale migliore sorpresa, allora, di scoprire che il romanzo storico edito dalla multiplayer.it racconta la nascita di Gesù e le gesta dei tre magi in modo tutt’altro che convenzionale.
Preparatevi a prendere le parti di un ladro leggendario, il Fantasma di Antiochia, altrimenti detto Balthazar. Il nome vi fa venire in mente qualcosa? Ebbene sì, in questa versione della vicenda il protagonista, uno dei saggi che trova Maria e Giuseppe con il bambino nella stalla di Betlemme, è tutt’altro che un mostro di virtù. Non scandalizzatevi troppo, non stupitevi, perché questo non è che il primo degli elementi che divergeranno decisamente dalla storia che avete imparato da bambini.
Un romanzo storico con tutti i crismi – per restare in tema religioso -, capace di trasportare il lettore nella Palestina e nell’Impero romanzo del I secolo d.C. L’ambientazione è attenta, studiata, scrupolosa. Gli episodi della prima infanzia di Cristo, così come quelli della vita dei suoi protettori, sono vividi, coinvolgenti, mai banali o incredibili.
Ma ciò che rende La bugia di Natale tanto speciale, secondo me, è l’ironia. Ironia sottile e calibrata applicata a ogni passaggio, a ogni elemento, a ogni personaggio. Ironia, però, che non supera mai il limite, che non rende tutto quanto una farsa. L’autore ha modificato alcuni aspetti della vicenda – facendo di Balthazar/Baldassarre un criminale leggendario, così come criminali sono Gaspare e Melchiorre, di Erode un pazzo ancor più sopra le righe di quanto riportino le cronache del tempo, di Maria una ragazza dalla risposta pronta – senza per questo distruggere l’architettura complessiva. Non siamo di fronte a un libro comico, svilente, per certi versi. Siamo davanti a una rivisitazione, tremendamente riuscita.
Un libro capace di far sorridere, per le trovate narrative messe in campo dall’autore e per i dialoghi spesso irriverenti. Un libro, però, anche molto forte. Niente viene nascosto delle barbarie e delle sofferenze del tempo, niente delle vessazioni subite dal popolo giudeo ad opera dei dominatori, romani e non.
Il fatto che la lettura proceda spedita fino all’ultima riga, con la curiosità mai sopita di capire come andrà a finire la vicenda, non è che un ulteriore elemento di pregio. Ma penso sia un po’ il bello di riscrivere in modo nuovo vicende già note: si toglie ai fatti quella patina di già letto e già conosciuto che ne possono pregiudicare l’apprezzamento. Ho aperto il libro sapendo già cosa sarebbe stato raccontato… e mi sono stupita a ogni pagina! Unire personaggi noti ad altri meno noti, o inventati, funziona. Il lettore viene colto di sorpresa, fatto emozionare, tenuto sulla corda.
Ho apprezzato l’idea dell’autore, il suo voler giocare con la storia e i racconti biblici riscrivendo secondo la sua visione fantasiosa il tutto. Ho apprezzato lo stile scorrevole e sferzante. Ho apprezzato i personaggi. Finire il libro è stato un piccolo dispiacere, perché avevo fatto l’abitudine a stare a fianco di Balthazar e compagnia, seguendo gli sviluppi di una storia già scritta. Davvero un bel regalo da trovare sotto l’albero.