“L’orologiaio di Filigree street”: un mix riuscito di storia, mistero e steampunk

Il romanzo di Natasha Pulley edito da Bompiani è poetico e ricco di elementi ma anche lento

Era praticamente dal momento della sua uscita, il 24 marzo 2021, che avevo L’orologiaio di Filigree street, romanzo d’esordio di Natasha Pulley, nella lista dei libri da leggere, ed ecco che adesso, sul finire di questa torrida primavera, è finalmente arrivata la sua ora… 

Un romanzo dall’incredibile potenziale narrativo. Bello il mix tra spunti steampunk, come i meccanismi ideati da Mori, e la Londra vittoriana, e quello tra Oriente e Occidente; intriganti e variegati i personaggi (anche quelli odiosi come Grace!); intricata e misteriosa al punto giusto la trama.

“L’orologiaio” sconta però un piccolissimo difetto stilistico/strutturale: l’eccessiva lentezza del racconto! Arrivare alla fine della storia richiede una prova di forza non indifferente, anche al lettore meglio disposto verso il genere come la sottoscritta. Questo perché il dettato è, semplicemente e senza mezzi termini, lento.

La trama arranca, procede così piano che molto spesso si ha la sensazione che, nonostante le molte cose che stanno succedendo ai protagonisti, non ci si sia mossi nemmeno di un centimetro. E il fatto strano è, appunto, che di cose ne succedono, non è che Natasha Pulley si perda in descrizioni o eccessivi approfondimenti.

Alla fine mi sono fatta l’idea che sia proprio il suo modo di scrivere, la cifra caratteristica del suo stile. Può piacere o non piacere, può oggettivamente scoraggiare dopo poche pagine. Io vi consiglio di cercare di andare avanti, perché a “L’orologiaio di Filigree street” non manca davvero niente per essere un bel romanzo.

E alla fine, io mi sono affezionata anche alla scrittura lenta e poetica – perché bisogna dirlo, in questo dettato c’è grande poesia; una nota romantico-malinconica che a tratti fa commuovere, come le riflessioni sulla memoria, lo scorrere del tempo e la perdita – tanto da non vedere l’ora di incontrare di nuovo Thaniel, Mori, la piccola Sei e il polpo meccanico Katsu nel secondo capitolo della serie, La memoria del samurai