“L’inganno perfetto”: Ian McKellen ed Helen Mirren coppia d’assi del film

Bill Condon dirige un noir esistenziale e psicoligico, dove sono le parole le armi della contesa

Un film di Bill Condon. Con Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Jim Carter. Drammatico, 109′. USA 2019

Roy e Betty, ottuagenari, si incontrano grazie a un sito di appuntamenti per la terza età. Tra i due scatta immediatamente un’intesa, che li porta a confessare l’uno all’altra di aver fatto ricorso a qualche bugia. Ma ad essere svelata è solo la punta di un iceberg: Roy vive infatti di raggiri e truffe ai danni di facoltosi e sprovveduti investitori e non rivela niente di tutto questo a Betty. Anzi, continua a mentirle sistematicamente per potersi avvicinare ulteriormente a lei.

 

Le apparenze ingannano. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. La vendetta è donna. Potrebbero bastare questi tre saggi proverbi per riassumere efficacemente l’essenza de “L’inganno perfetto” di Bill Condon.

Presentato al 37° Torino Film Festival, il film non è altro che una sofisticata, elegante e appassionante gara di furbizia, seduzione e trasformismo messa in scena da due mostri sacri del cinema e soprattutto del teatro inglese, Helen Mirren e Ian McKellen.

Lo spettatore si prepari ad assistere a una disfida d’altri tempi, se volete anche spietata,  dove però sono le parole e la persuasione le armi utilizzate, e non gli effetti speciali come spesso accade.

Nonostante la sceneggiatura non sia perfetta, con alcuni passaggi frettolosi soprattutto sul finale, “L’inganno perfetto” è una visione piacevole e sorprendente, dall’inizio alla fine. Merito soprattutto di McKellen e della Mirren, che regalano al pubblico una prova magistrale.

Forti di una convincente alchimia interpretativa e umana, i due conferiscono un quid in più  ai rispettivi personaggi, Roy e Betty, catturando l’attenzione e la curiosità del pubblico. Dall’inizio alla fine non si fa che domandarsi chi siano realmente i due, chi stia ingannando chi, chi sia innocente e chi no.

Un noir esistenziale e psicologico, che evidenzia come fiducia e onestà siano sfortunatamente merce rara nella nostra società, e come la verità possa sempre essere piegata e manipolata a seconda dei propri interessi.

Il finale, catartico, ispirandosi e parafrasando un altro saggio proverbio, Chi di spada ferisce di spada ferisce, ci dimostra che anche il bugiardo più abile e spregiudicato può alla fine essere vittima delle sue stesse bugie.

 

Il biglietto da acquistare per “L’inganno perfetto” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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