“L’equilibrio”: rapporto tra Chiesa e malavita organizzata nel film di Marra

Un parroco in crisi di vocazione si trova davanti al bivio se fare ciò che è giusto oppure voltare la testa

Un film di Vincenzo Marra. Con Mimmo Borrelli, Roberto Del Guadio, Lucio Giannetti, Giuseppe D’Ambrosio, Francesca Zazzera. Drammatico, 90′. Italia, 2017

Data di uscita italiana: 21 settembre 2017

 

Sono poche le persone che hanno il coraggio nell’Italia di oggi come nel passato di prendere posizione, fare la cosa giusta, scegliere la legalità al posto della connivenza e credere allo Stato di diritto, anche se questo può portare a doversi sacrificare in prima persona.

Se però a voltare la testa dall’altra parte di fronte al crimine è un prete, un religioso, il tradimento dei valori e della moralità sembra ancora più grande.

Don Giuseppe (Borrelli), sacerdote campano già missionario in Africa, opera in una piccola diocesi di Roma. Quando una giovane donna mette in crisi la sua fede, chiede al vescovo (Sassanelli) di essere trasferito in un comune della sua terra.

La sua richiesta viene accolta: prenderà il posto di Don Antonio (Del Gaudio), che sovrintende la parrocchia di un paesino del napoletano ed è molto apprezzato dai fedeli, anche per la sua battaglia contro lo smaltimento illegale di rifiuti tossici.

Don Giuseppe cerca di inserirsi nella comunità aiutando i parrocchiani, ma questo lo porterà a toccare con mano lo stato della Chiesa, che in certe zone ha abdicato al suo ruolo di guida per non incontrare problemi.

“L’equilibrio”, come scrive lo stesso regista nelle sue note, nasce dal desiderio di fare un film sentito e moderno sulla religione, sul cammino spirituale.

Ma Vincenzo Marra, passando dalla scrittura della sceneggiatura alla messa in scena, è riuscito con talento, esperienza e sensibilità ad ampliare la cornice drammaturgica, raccontando non solo l’atteggiamento da Giano bifronte della Chiesa ma l’assenza dello Stato nelle piccole realtà del Sud.

Don Giuseppe (Borrelli) a colloquio con il vescovo (Sassanelli). L’equilibrio (2017)

Don Giuseppe non è un eroe nato – lo dimostra il momento di debolezza che lo ha spinto a chiedere di lasciare Roma – ma di fronte ai problemi che affliggono la comunità di cui è chiamato a essere Pastore decide di non indietreggiare.

Lo spettatore assiste quindi allo scontro verbale e spirituale con Don Antonio – emblema della normalizzazione dell’illegalità, del compromesso – che nei suoi anni nel napoletano ha scelto di non pestare i piedi a nessuno, di voltare la testa e non intromettersi.

Marra firma una storia semplice, lineare, scarna ma assai potente e profonda a livello emotivo e narrativo.

“L’equilibrio”, pur essendo un’opera di finzione, punta su uno stile quasi da documentario per trasmettere allo spettatore il più possibile un senso di autenticità.

Il protagonista è interpretato in modo credibile e sicuro da Mimmo Borrelli, che punta nella sua performance più sul linguaggio del corpo che sulle parole.

Il messaggio che emerge dalla pellicola, però, è triste: molto spesso agire secondo coscienza porta l’uomo a vivere in un’amara solitudine.

 

Il biglietto da acquistare per “L’equilibrio” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.