Un film di Zack Snyder, Joss Whedon. Con Ben Affleck, Gal Gadot, Ezra Miller, Jason Momoa, Ray Fisher. Azione, 121′. USA, 2017

Data di uscita italiana: 16 novembre 2017

Dopo la morte di Superman, l’umanità è sola e impaurita. Una minaccia antica torna a far sentire la sua apocalittica presenza. Batman (Affleck) prova a radunare individui speciali, dotati di superpoteri, per formare una squadra di protettori della giustizia: l’amazzone Wonder Woman (Gadot), l’atlantideo Aquaman (Momoa), il velocissimo Flash (Miller) e il mutante Cyborg (Fisher).

 

Chi vi scrive, probabilmente, è stato uno dei pochi aspiranti critici cinematografici a non prendere parte, due anni fa, al massacro mediatico ai danni di “Batman Vs Superman” (qui la recensione su Parole a Colori) essendomi sforzato di andare oltre gli evidenti limiti narrativi della storia e le opache performance dei protagonisti, Ben Affleck e Henry Cavill.

Ho sempre pensato che un progetto ambizioso come quello della DC andasse visto in prospettiva, evitando di buttare anche il bambino con l’acqua sporca.

Per onestà intellettuale ammetto anche di non aver mai letto un fumetto DC, quindi quelle che scriverò su “Justice League” di Zack Snyder e Joss Whedon sono considerazioni da profano – lascio ai colleghi esperti e ai fan il compito ultimo di dare un giudizio sulla riuscita di questa operazione.

Una delle principali critiche rivolte a “Batman vs Superman” era stata quella di aver voluto trasformare una storia di supereroi – leggera per sua natura – in un complesso, confusionario e a tratti incomprensibile saggio filosofico ed etico.

Ebbene gli sceneggiatori del sequel hanno dimostrato di avere almeno in parte recepito la lezione, abbassando l’asticella narrativa e riportando l’aspetto ludico e spettacolare al centro dello script.

Non mancano neppure qui considerazioni sui limiti e sulle contraddizioni dell’uomo, sull’epoca cupa, litigiosa e tesa all’autodistruzione in cui stiamo vivendo, ma tutto è più calibrato e meno ingombrante.

Gal Gadot in una scena del film. “Justice League” (2017)

La morte di Superman (Henry Cavill) ha segnato un punto zero nella storia dell’umanità. Dopo questo evento nessuno può dirsi più al sicuro, la certezza che qualcuno verrà sempre a salvarci dai cattivi è sfumata. Il presente – non solo quello di finzione – è fatto di timori e paura, di nemici che si nascondono nell’ombra pronti a colpire in qualunque momento.

C’è ancora qualcuno che può garantire la nostra salvezza o la razza umana è condannata – ad autodistruggersi, magari? Gli autori traslano questa angosciante domanda nell’immaginario ed ecco nascere “Justice League”, un film che nonostante le tematiche profonde risulta leggero, godibile, fluido e in alcuni momenti anche divertente.

Tra i tanti personaggi più o meno eroici brilla la stella di Wonder Woman/Gal Gadot, carismatica e bellissima, e convincono le performance di Ezra Miller (Flash) e Ray Fisher (Cyborg), che molto probabilmente vedremo in futuro in pellicole tutte loro.

Ben Affleck torna a vestire la maschera di Batman. “Justice League” (2017)

Ben Affleck, invece, per quanto provi con tutto se stesso a essere credibile nel ruolo di un Bruce Wayne/Batman cupo e disilluso risulta ancora una volta modesto. Il paragone con il personaggio interpretato da Christian Bale nella trilogia del “Cavaliere oscuro” di Nolan, purtroppo, sarà sempre un macigno difficile da scrollarsi di dosso.

Poco incisivi e quasi superflui Diane Lane, Amy Adams, Jeremy Irons e J.K. Simmons, così come il cattivo di turno, Stepeenwolf (Ciarán Hinds) debole, fuori contesto e privo di quella profondità necessaria per bucare lo schermo e conquistare lo spettatore.

Il sacrificio di Superman basterà a scuotere gli uomini dall’egoismo e a scongiurare il pericolo di una nuova apocalisse? Ma poi il mondo – e la Justice League – possono fare a meno di Superman? Non vogliamo rovinarvi la sorpresa. Solo andando al cinema potrete trovare le agognate risposte, siano queste cinematografiche o esistenziali.

 

Il biglietto da acquistare per “Justice League” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio
(con riserva). Ridotto. Sempre. 

 

Previous articleI FANTASTICI 4 | Storie di grandi pittori e grandi opere al cinema
Next article“Arabesque”: il nuovo romanzo della serie dell’Allieva di Alessia Gazzola
Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here