di Luciaconcetta Vincelli
Un film di Marco Spagnoli. Documentario, 72′. Italia, 2017
The Italian Jobs: Paramount Pictures e l’Italia analizza il legame che intercorre tra i film, la produzione Paramount e l’Italia, andando ad esplorare la storia del cinema internazionale e indagando sulle scelte che hanno portato alcuni film ad essere realizzati nel nostro Paese. E non solo. Parte integrante della sua riflessione visiva è composta da materiali rari e inediti che raccontano, in maniera nuova e originale, lo straordinario rapporto tra questo Studio e il nostro Paese, esplorando, per la prima volta, come questo legame abbia poi influenzato in maniera significativa anche la vita e la carriera dei tanti talenti coinvolti nelle produzioni e nelle coproduzioni italiane.
Èarrivato il momento”, dice Marco Spagnoli prima della proiezione al MAXXI del suo nuovo film, “The Italian Jobs: Paramount Pictures e l’Italia”, primo lungometraggio della celeberrima casa cinematografica statunitense.
È arrivato il momento per “un grande atto d’amore per il cinema, nella kermesse romana, che quest’anno dimostra particolare attenzione al documentario”, conferma il direttore artistico Antonio Monda.
Nella tendenza contemporanea dell’arte di ragionare sui media, anche la pellicola ha bisogno di essere riavvolta: con un racconto completo mai svelato prima, il regista e critico spiega il legame storico tra l’Italia e la produzione americana, penetrando negli archivi e portando sullo schermo il dietro le quinte del cinema stesso.
Non un legame univoco, bensì di una collaborazione feconda e, soprattutto, indispensabile è quello che emerge da questo racconto. Senza la Paramount, e viceversa senza l’Italia, non sarebbero esistiti molti film scolpiti nella memoria internazionale, entrati per sempre nell’immaginario comune.
Pensiamo a “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli, “Le notti di Cabiria” di Fellini, “Il conformista” di Bertolucci con Stefania Sandrelli, “Psycho” di Hitchcock, “Il Padrino” di Ford Coppola, “Vacanze Romane” di Wyler. Senza l’Italia non sarebbero esistite le splendide ambientazioni e le interpretazioni, rese celebri dall’incredibile capacità della Paramount di rendere il cinema un evento.
E pensare che tutto era nato da timidi passi di sognatori italo-americani che, da “The Eternal city”, primo film americano in Italia, e con Isa Miranda, prima attrice italiana a Hollywood, portarono avanti i loro progetti in una completa fusione tra vita e lavoro e in una vincente dedizione al cinema.
I visionari che hanno concretizzato il sogno americano e che hanno ricostruito il cinema italiano, portano il nome di Pilade Levi e Luigi Lebraschi. Nel docufilm di Spagnoli sono i figli Gioia e Tony, insieme a tante altre personalità, a essere portavoce delle loro imprese.
Era ora, dunque, di puntare i riflettori sulle grandi idee e suoi personaggi che hanno contribuito a creare un vero star system, riconosciuto da molteplici premi: è alla Paramount che sono nati gli otto Oscar per la geniale costumista Edit Head, oppure l’Oscar per la nostra Anna Magnani in “La rosa tatuata”.
“The Italian Jobs” omaggia la perfezione orchestrale raggiunta tra la casa cinematografica statunitense e le risorse italiane, peccando nel finale, che risulta smorzato. Ma forse questo si deve al fatto che è ancora tutto da scrivere.