“Io odio internet”: il romanzo controcorrente che non ti aspetti

Jarett Kobek firma per Fazi editore un'invettiva feroce e dissacrante rivolta contro l'era globale

La quarantacinquenne Adeline, semifamosa per aver pubblicato un fumetto di successo negli anni ’90, vive a San Francisco e viene invitata a parlare in un’università della sua storia. E qui commette un errore imperdonabile, che la fa diventare il bersaglio di un attacco massiccio a colpi di tweet e messaggi sui social…

Dunque Adeline si trovava in un’aula del campus del CCA adiacente a Mission Bay e stava parlando davanti a un gruppo di ragazzotti. Erano più giovani di lei di qualche decina d’anni. Adeline aveva superato la quarantina. Era più o meno famosa. Stava esprimendo una serie di opinioni impopolari. Era in pubblico. Era il 2013. Fu in quel momento che commise l’unico errore imperdonabile dell’inizio del ventunesimo secolo. Non si accorse che qualcuno stava registrando tutto quello che diceva.

Non vi serve sapere altro per immergervi nella lettura di “Io odio internet. Un romanzo utile” di Jarett Kobek, edito da Fazi editore nella collana Le Meraviglie. Un romanzo esilarante e controcorrente, che prende di mira la società contemporanea – la società “digitale” – tracciandone una critica feroce ma tremendamente vera.

Qualche volta, presi come siamo dai nostri profili social, dalla scelta dei filtri giusti per rendere le nostre foto, rigorosamente pubblicate su Instagram, davvero interessanti, per gli altri, dalla lista di video e serie tv e film che dobbiamo deciderci a guardare online, leggere una critica a questo nostro mondo alla deriva è terapeutico.

Perché non è tutto oro ciò che luccica! E dovremmo essere in grado di accorgercene da soli – tra fake news e fake account, truffe e diffamazioni messe in atto senza metterci la faccia, cyberbullismo e chi più ne ha più ne metta.

Ma se così non fosse, se i nostri occhi fossero troppo accecati dagli schermi dei dispositivi elettronici da cui non riusciamo a staccarci per più di pochi secondi per renderci conto che in questo grande circo volatile che è diventato oggi il mondo dei social, dei media e del web c’è del marcio, e parecchio, allora ci pensa Kebek, americano di origine turca di 39 anni, a mettere le cose in chiaro.

Lo fa con una prosa sferzante ma tremendamente ironica, con un discorso che non diventa mai banale ma non si prende nemmeno mai troppo sul serio.

Lo fa con un libro che tutti dovrebbero leggere, sconnettendosi dai social per un’ora, per un giorno, per il tempo che ci vuole. Perché il mondo – per adesso e per fortuna – è ancora là, fuori dalla porta!

 

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Roberta Turillazzi
Giornalista per passione e professione. Mamma e moglie giramondo. Senese doc, adesso vive a Londra, ma negli ultimi anni è passata per Torino, per la Bay area californiana, per Milano. Iscritta all'albo dei professionisti dal 1 aprile 2015, ama i libri, il cinema, l'arte e lo sport.

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