Laura Simonatti è nata a Monza. Laureata in materie umanistiche, ha scritto una tesi dedicata al personaggio del Re Sole e auto-pubblicata. Nel 2013 ha preso parte a un corso di scrittura creativa.
“Pioggia rossa” è il suo primo libro edito, un thriller psicologico dal sapore internazionale. Con questa storia ha partecipato al concorso letterario indetto dalla Casa Editrice Marcelli ed è arrivata tra i finalisti. La stessa casa editrice ha poi pubblicato il libro in edizione e-book.
Abbiamo parlato con l’autrice di questa prima esperienza editoriale, delle difficoltà di cimentarsi con il personaggio di un serial killer, ma anche dei progetti futuri.
Buongiorno Laura, siamo felici di averti qui con noi su Parole a Colori per parlare del tuo libro “Pioggia rossa” e della tua carriera come scrittrice.
Iniziamo parlando un po’ di te. Come ti descriveresti, usando solo poche parole?
Buongiorno e grazie per questa intervista. In poche parole sono una persona semplice, coraggiosa, forte, sognatrice, viaggiatrice.
Com’è nata, in te, la passione per la scrittura?
La passione per la scrittura è nata scrivendo articoli, di carattere giornalistico, per alcuni giornali locali, ma anche per testate online, affrontando tematiche di ogni genere, dalla cultura, ai viaggi, alla cronaca.
Hai sempre saputo di voler fare questo nella vita? Laura da bambina sarebbe voluta diventare…?
Nel corso della mia vita ho svolto lavori di tipo impiegatizio, anche se il famoso sogno nel cassetto è sempre stato quello di diventare giornalista o scrittrice. Anche il mondo della televisione e dello spettacolo mi ha affascinato sin da bambina.
Nel 2013 hai partecipato a un corso di scrittura creativa. Ci racconti questa esperienza?
Il corso di scrittura creativa si è svolto presso la biblioteca della mia città. Una volta alla settimana ero impegnata in questo laboratorio, insieme con altri compagni scrittori. È stato un corso molto interessante e costruttivo nel corso del quale ho imparato a scrivere un racconto breve. È proprio dal racconto che ho prodotto in quel periodo che è poi nato il mio romanzo, “Pioggia rossa”.
A scrivere impariamo più o meno tutti, con risultati migliori o peggiori, già alle elementari. Molto spesso si sente passare l’idea, quindi, che la scrittura sia un’attività semplice, alla portata di tutti. Quanto è importante, invece, essere preparati prima di mettersi sotto a scrivere un libro? Avere una formazione specifica fa la differenza o no?
Scrivere, secondo me, è un’arte, un qualcosa che viene da dentro. Ma ovviamente anche la formazione è molto importante, per chi vuole scrivere un buon testo. Aggiungerei, tra i requisiti necessari per essere un buono scrittore, anche una buona dose di fantasia e tanta fortuna.
Hai esordito nel 2015 con il thriller psicologico “Pioggia Rossa”, una storia ambientata tra Olbia, Parma e Londra. Ci racconti qualcosa del libro?
Ho scelto questi luoghi per ambientare il giallo perché sono paesaggi a cui sono molto legata. Il romanzo racconta la storia di un giovane serial killer che sceglie come vittime giovani donne. Elena, Mary e Adrienne sono tre ragazze solari, ognuna con i propri sogni, e le cui vite non sono collegate tra di loro. La loro sfortuna è quella di incrociare il cammino di questo killer spietato, che prima le corteggia, si finge un amico e poi le uccide. È un racconto che descrive un fatto di cronaca plausibile, qualcosa che potrebbe accadere.
Quanto è stato complesso calarsi nei panni di un serial killer, per scrivere questo romanzo?
In effetti è stato molto difficile. Bisogna essere davvero appassionati di storie di cronaca nera e thriller per riuscire a immedesimarsi in un personaggio di questo tipo.
“Pioggia rossa” ha una storia editoriale particolare: con il romanzo hai partecipato a un concorso indetto dalla Casa Editrice Marcelli, che poi ha deciso di pubblicarlo. Com’è stato, ricevere la proposta?
Ricevere la proposta di pubblicazione è stato veramente emozionane. È stata una sorpresa unica e inaspettata. A dire il vero ero anche molto felice e soddisfatta di aver scritto qualcosa di buono.
E avevi già pronte altre opzioni, in caso non fosse andata bene? Avevi pensato di sottoporre il romanzo ad altre case editrici oppure eri più incline all’auto-pubblicazione?
No, non avevo altre opzioni, anche perché le cose sono andate abbastanza velocemente. Prima la partecipazione al concorso, poi la pubblicazione, è stato un percorso lineare.
Quanto è difficile essere un autore emergente, nel 2015, in Italia? Le nuove frontiere dell’editoria online e i social network hanno reso più semplice arrivare al pubblico e farsi conoscere, oppure per chi non ha un grande editore alle spalle la strada è ancora molto, molto dura?
Stando alla mia esperienza, posso dire che essere un autore emergente è molto difficile, perché nel mondo dell’editoria italiana non si viene facilmente presi in considerazione dalle grandi case editrici, se non si ha un nome già affermato da spendere. Per gli autori che, come me, non hanno un soggetto importante alle spalle la strada per farsi conoscere è molto dura e faticosa, ma forse non impossibile. Chi lo sa?
Archiviata questa prima esperienza, stai già lavorando a qualcosa di nuovo? C’è una nuova storia pronta a saltare fuori dal cassetto
Attualmente sto lavorando a una storia d’amore, ambientata tra New York e Istanbul.
Grazie a Laura Simonatti per essere stata con noi.