30 anni a breve, ma l’animo di una ragazzina perché “non bisogna mai dimenticare di essere stati bambini”, parafrasando il suo libro preferito, “Il Piccolo principe”, Emma Di Lorenzo vede la vita come una scoperta continua, un dono da coltivare ogni giorno verso una splendida felicità passata, presente e futura.
Giornalista pubblicista, si innamora di ogni cosa che fa perché ritiene che senza passione tutto sia vano. Crede nel valore salvifico della cultura, dedica tempo e denaro, tanto, a letteratura, teatro e cinema. Nerd senza pari e in senso lato, coltiva le sue ambizioni da sempre. Scrive per diverse testate, tra cui Mygenerationweb, rivista online dedicata agli under 35, di cui è anche socia fondatrice e vicedirettore e #3D Magazine, un nuovo free press cartaceo che racconta storie straordinarie di donne ordinarie.
Collabora anche da un anno e mezzo con Radio Siani, la radio della legalità che ha sede a Ercolano in un sito confiscato alla camorra, essendo ideatrice e speaker del programma “My Generation On Air“.
Ha lavorato come assistente alla regia di Pierpaolo Sepe per lo spettacolo “Crave” di Sarah Kane, come ufficio stampa e responsabile organizzativa di diverse compagnie teatrali giovani e meno giovani, nell’organizzazione della rassegna del 30ennale dello storico teatro Sala Assoli (Teatro Nuovo) nei Quartieri Spagnoli a Napoli che ha visto artisti del calibro di Toni Servillo, Pippo Delbono, Davide Iodice.
Attualmente lavora con Casa del Contemporaneo, associazione che comprende la Fondazione Salerno Contemporanea, Le Nuvole e la compagnia Enzo Moscato e gestisce più teatri tra Napoli e Salerno.
Nel nostro primo appuntamento con Comunicazione360, la rubrica dedicata al mondo dei media, dei blog e dei social network, abbiamo fatto quattro chiacchiere con questa vulcanica giornalista, parlando delle sue esperienze presenti e passate, di libri da leggere e molto altro.
Nome: Emma.
Professione: Tendenzialmente giornalista.
Segni particolari: riccioli naturali (come direbbe Frieda, personaggio dei “Peanuts” di Shultz).
Giornalista pubblicista, collaboratrice per testate online, conduttrice radiofonica, addetta stampa. Ci siamo dimenticati qualcosa?
Ehm sì, lavoro per Casa Del Contemporaneo, che il Ministero ha designato centro di produzione teatrale.
Hai sempre sognato di lavorare nel mondo della comunicazione e della cultura? Emma Di Lorenzo da bambina sarebbe voluta diventare?
Da piccolissima avrei voluto diventare un’astronauta, più avanti ho virato verso il giornalismo.
Oggi sei impegnata in diversi progetti – una rivista per under35, una free press cartacea, le collaborazioni con Radio Siani e con l’associazione Casa del Contemporaneo – ma come è iniziato tutto? Qual è stato il tuo primo lavoro, quello che magari ti ha fatto capire che sì, il giornalismo era proprio la tua strada?
La collaborazione con MYGENERATION mi ha fatto capire cosa realmente desiderassi fare nella vita. Come spesso accade quando si effettua una scelta, la strada non è stata semplice. Ho avuto tanti momenti di sconforto, ma dentro di me sapevo di star facendo ciò che desideravo e in questo ho trovato la forza di abbattere tutti gli ostacoli che mi si paravano davanti.
Sei socia fondatrice e vicedirettore di una rivista online, su cui ti capita anche di scrivere, e collaboratrice di una free press cartacea. Tecnicamente parlando ci sono differenze tra i due medium? Quando scrivi tiri fuori ora questa ora quella parte di te, oppure il dove non cambia poi molto, quello che conta è comunicare qualcosa?
Per me, essere giornalisti significa essere un mezzo attraverso il quale si comunica al mondo qualcosa. Per #3D Magazine, la rivista cartacea cui fai riferimento, realizzo principalmente interviste e mi baso molto sul piano editoriale, ben delineato da Palma Sopito. Cerco sempre di far trasparire la vera natura della persona che intervisto, di instaurare un rapporto che trasmetta fiducia e trasformi la chiacchierata in qualcosa di intimo e magico. Su MYGENERATION scrivo invece principalmente di teatro e, nelle recensioni, c’è tanto di me e di ciò che amo, a partire proprio dall’argomento. La differenza tra i due mezzi sta nella lunghezza degli articoli: quelli per l’online devono essere necessariamente brevi, e infatti io sono spesso troppo prolissa, mentre sulla rivista ho tanto spazio. Altro elemento di differenza è l’immediatezza del web, che parla dell’oggi, rispetto al cartaceo, che deve avere un respiro più atemporale – d’altronde la rivista è un bimestrale.
La free press #3D Magazine propone al pubblico storie straordinarie di donne ordinare, una categoria di cui si parla poco, soprattutto nel nostro paese. Una storia che ti ha colpita in modo particolare?
Mi ha molto divertito intervistare Erika Lust, regista di film porno per donne. Particolarmente intenso è stato invece l’incontro con Joanne Harris, autrice di “Chocolat”, una persona deliziosa, quanto e più dei suoi libri, di una semplicità disarmante.
In passato il giornalista era solo quello che scriveva su quotidiani e periodici. Oggi invece si sono aperte tutta una serie di strade parallele, quelle che passano dagli uffici stampa, ad esempio. Il ruolo nuovo del comunicatore pensi che sia stato accettato ormai ovunque? Detto altrimenti, ti è mai capitato di sentirti trattare da “giornalista di serie B” solo perché ti dedichi ad attività diverse dalla scrittura?
Certo, mi capita spesso. Il problema, in questo campo, deriva sempre dalle scelte personali. Forse lo sto ripetendo troppe volte, ma credo fortemente nelle scelte. Sono le scelte che ci rendono ciò che siamo.
Tornando al giornalismo “di serie A”, sei speaker e ideatrice di “My Generation On Air” su Radio Siani, la radio della Legalità che ha sede a Ercolano in un sito confiscato alla camorra. Come è nata l’idea per il programma?
Potrà sembrarti strano, ma sono una persona molto timida. La prima volta che ho realizzato una video-intervista, tremavo (ne esiste esilarante testimonianza su Youtube) e la situazione fu ancora peggiore quando il buon Mimmo Caiazza, collega e ora amico, mi invitò nel programma “Gli Incorreggibili” su Radio Siani, appunto. L’esperienza fu meravigliosa e immediatamente parlai con Giulio Incoronato per chiedergli di portare un nuovo format in radio. Attualmente Giulio si occupa della regia di My Generation On Air, oltre ad essere la persona che interpello per scegliere gli ospiti e la linea editoriale del programma, che si pone esattamente a metà tra quella di MYGENERATION e Radio Siani. Fortunatamente, le due realtà, per quanto diverse, hanno un modo comune di raccontare il mondo e il lavoro. Se non semplice, è però molto divertente.
E della radio in generale cosa ne pensi? Qualcuno la dava per morta già ai tempi dell’avvento della televisione; poi è arrivato internet ma questo medium ancora resiste. Merito del pubblico affezionato, dei contenuti di qualità, dell’abitudine?
Credo molto nelle web-radio. Personalmente ascolto molto i Bastardi di radio Siani, degno figlio di “Gli Incorreggibili”, e “Domenica magazine” su Radio Crc, programma della mia amica Antonia Fiorenzano, che si occupa di cultura e spettacolo, un campo di cui non mi stanco mai. Trovo che la radio sia un’ottima compagna per chi lavora e la ascolto spesso mentre scrivo.
Si sente spesso dire che la cultura, in Italia, non paga e non dà nemmeno da mangiare. Tu come fai a pagare le bollette a fine mese?
Qualche giorno fa un regista con cui sto lavorando mi ha canzonato, dicendo: “Ma con tutti questi lavori che fai, guadagnerai tantissimo”. Purtroppo non è così ma, con l’insieme di tutte le cose che faccio, devo dire che non mi posso lamentare.
L’Istat riporta che 6 italiani su 10 non hanno letto neppure un libro nel 2015, e che comunque anche tra i cosiddetti lettori pochi hanno superato quota tre libri letti. Dove si colloca Emma Di Lorenzo in questa fotografia deprimente? Lettore forte, occasionale oppure svogliato?
Lettrice forte di generi molto vari: dal romanzo al saggio, dal libro di genere – adoro fantasy e horror- al fumetto, perché molti capolavori di quest’ultima categoria sono degni di essere annoverati tra i libri.
Un libro letto nel 2015 che ti sentiresti di consigliare?
“Orgoglio, pregiudizio e zombie” di ***, per il mio lato nerd, “L’angelico bestiario”, raccolta di testi del grande autore Enzo Moscato, per il mio lato serio.
C’è un personaggio, di quelli che ti è capitato di incontrare per lavoro, che ti ha colpito particolarmente, in positivo oppure in negativo?
Positivamente, il regista Pierpaolo Sepe. Mi ha dato la grande opportunità di seguire dall’interno un suo lavoro in qualità di assistente alla regia. Ho imparato più in un mese con lui e con “Crave” che in una vita di letture teoriche. Potreste chiedermi: cosa c’entra questo lavoro con il tuo essere una giornalista che predilige il campo teatrale? Vi risponderò che non c’è modo migliore di comprendere una cosa che vederla dall’interno e viverla. È solo così che si può davvero comprendere il lavoro che c’è dietro.
Negativamente… Tutti coloro che non hanno rispetto per i propri sottoposti, ma lo mostrano solo verso i “potenti”. Chi tratta male gli ultimi è un perdente travestito da vincente e il suo palazzo di carte crollerà presto.
Non ancora 30enne hai alle spalle già un bel bagaglio di esperienze. C’è qualcosa che ancora non hai fatto che ti piacerebbe provare?
Sì, cimentarmi con la scrittura di racconti o romanzi. Scrivo tanto, ma non riesco a concludere davvero nessun testo, nè a farlo leggere ad altri. Forse sono ipercritica con me stessa, d’altronde lo siamo tutti; tendere verso l’incompiuto è il mio cruccio in questo campo. Chissà se il tempo mi aiuterà.
Prima di lasciarci, che consigli ti sentiresti di dare ai giovani che sognano di lavorare nel mondo della comunicazione?
Fate tanta esperienza, ascoltate gli altri, fate gruppo e non fatevi la guerra tra voi. Un alleato vale mille volte un nemico.
E tre caratteristiche che, ai futuri giornalisti, addetti stampa, comunicatori non possono mancare?
Immaginazione, flessibilità e passione per il proprio lavoro.
Grazie a Emma Di Lorenzo per essere stata con noi.