Sara, avida lettrice dall’età di otto anni – l’avvicinamento ai romanzi è iniziato con Piccole donne -, dopo la laurea in Filologia moderna è scappata in Irlanda a lavorare come Web Editor. Adesso è tornata a casa e cerca il suo posto nel mondo. Ma di una cosa è certa: questo posto, in qualche modo, deve avere a che fare con i libri.
Nel suo blog Uno, nessuno e centomila libri c’è spazio per libri di ogni genere: vecchi e nuovi, bestseller o chicche per pochi, romanzi, gialli, noir… A questo si accompagnano anche classifiche, curiosità e informazioni sul mondo dell’editoria, e per chi ama fisicamente i libri, ne annusa le pagine e accarezza le copertine, c’è una sezione dedicata alle edizioni antiche o pregiate.
Conosciamo meglio questa blogger, che ha preso spunto dal titolo di uno dei capolavori di Luigi Pirandello per il suo spazio online. Come ognuno di noi non è soltanto una persona, ma l’insieme delle centomila sfaccettature di ciò che gli altri vedono, così i libri ci mostrano le centomila sfaccettature della realtà, che non è mai una soltanto.
Come e quando è nata l’idea per il blog?
Il mio è un blog “giovane”, nato a ottobre dello scorso anno. Ero tornata da poco da un’esperienza lavorativa all’estero, intrapresa dopo aver finito gli studi, e mi stavo guardando intorno per trovare un nuovo lavoro. Ma questo nel nostro paese – non dirò niente di nuovo – è un momento difficile, in cui con una laurea come la mia (Lettere con curriculum editoriale) si fa ancora più fatica ad arrivare, soprattutto in una città di provincia. Ero, diciamo, in una fase di stallo, in cui non sapevo bene come muovermi per ricavarmi un mio posto nel mondo. Così è nato il blog, come un luogo in cui sfogare la mia passione per i libri. Perché se c’è una cosa di cui sono sempre stata sicura è che i libri sono la mia vocazione. E spero che un giorno siano anche il mio lavoro.
Perché hai deciso di cimentarti in quest’impresa? Avevi già delle esperienze analoghe alle spalle oppure questa è la tua “prima volta”?
Ho tenuto un blog per un breve periodo nei primi anni di università, un blog personale in cui pubblicavo i miei racconti e i miei pensieri, ma quella formula non ha funzionato per me, non so dirti il motivo. Invece Uno, nessuno e centomila libri lo sento mio ogni giorno di più, e spero che possa migliorare e crescere.
Quali pensi che siano le maggiori difficoltà di gestire un blog?
Il tempo, principalmente. Per fare crescere un blog bisogna pubblicare molto e interagire con i follower, e per farlo si dovrebbe dedicare al progetto qualche ora ogni giorno. Ma ovviamente ci sono il lavoro, la casa, il cane, la palestra, la vita sociale. In più oggi è necessario puntare molto sui social – Facebook, Twitter, Google +, Pinterest… E anche questi portano via tempo a palate.
Nel tuo blog le recensioni occupano un posto di rilievo. Quanto è difficile essere obiettivi, quando si scrive di libri? Molti blogger lamentano il fatto che gli autori e le case editrici inviano libri da recensire ma poi accettano solo pareri positivi e se invece il commento è un po’ critico prendono il via vere e proprie campagne minatorie. Ti è mai capitato qualcosa del genere?
Purtroppo non collaboro ancora con le case editrici, anche se mi piacerebbe. Spero non mi capiti mai di avere difficoltà a esprimere il mio parere obiettivo su un libro. Le case editrici, quando inviano un romanzo per farlo recensire, devono essere consapevoli che qualcuno che lo criticherà ci sarà sempre. È impossibile che tutti i pareri siano concordi. Inoltre, credo fermamente nella libertà di parola. Chi cerca di farsi un’idea su un libro deve poter leggere recensioni oneste e spontanee.
Parliamo per un attimo di libri, i veri protagonisti del tuo blog. La sorpresa del 2014, la delusione del 2014 e il libro che hai attualmente sul comodino.
Sul mio comodino al momento ci sono ben undici libri, tra cui l’intera serie di Divergent, Il Seggio Vacante della Rowling, Milan Kundera, Carlo Lucarelli e Andrea Vitali. Vorrei leggere talmente tanti romanzi che, anche se leggo parecchio, invece di smaltirli li accumulo, soprattutto in questo periodo che sto approfittando degli sconti. Per quanto riguarda la sorpresa del 2014… sembra incredibile, lo so, ma non avevo mai letto L’insostenibile leggerezza dell’essere. Ne sono rimasta folgorata. La delusione, Muchachas di Katherine Pancol. Dopo la trilogia di Gli occhi gialli dei coccodrilli, che mi aveva fatto provare grandi emozioni, mi aspettavo qualcosa di meglio.
Cosa ci dici invece del rapporto con il pubblico? Quanto conta ricevere commenti e instaurare una sorta di dialogo, per un blogger? Tra chi scrivere e chi legge si crea davvero un rapporto “personale”?
Instaurare un dialogo con i lettori conta tantissimo per un blogger. Significa creare un rapporto di fiducia con chi ti legge, oltre che un confronto costruttivo sia per loro che per te. Credo che se il lettore è un lettore fisso instaurare un rapporto personale sia relativamente semplice, ed è bello il dialogo che nasce tra due persone accomunate dagli stessi interessi.
Oggi scrivere un blog – anche e soprattutto di libri – sembra diventata un po’ una moda. Cosa deve avere, secondo te, un blog per avere successo? Per distinguersi dagli altri e conquistarsi una fettina di pubblico?
Questa è una nota dolente. Purtroppo è vero che in Italia ci sono più scrittori che lettori, e distinguersi in questo mare magnum è un’impresa ardua. Voglio credere che chi è veramente bravo prima o poi emergerà, anche se non sempre è così. A volte è la fortuna a far da padrona. Per quanto riguarda il blog nello specifico, credo che per distinguersi si debbano offrire contenuti di qualità ma anche leggeri, perché chi naviga non lo fa solo per informarsi ma soprattutto per rilassarsi. Inoltre è fondamentale mantenere una linea “editoriale” dall’inizio alla fine, senza spaziare troppo o prendere idee da blog di successo qua e là. Se non hai niente che ti distingue dagli altri perché il pubblico dovrebbero seguire proprio te?
Alcuni blogger, grazie ad idee di successo e passione, sono riusciti a farsi notare da case editrici anche importanti oppure testate giornalistiche ed avviare così una collaborazione (o scrivere un libro). Uno su mille ce la fa, oppure è una possibilità concreta? Sogni qualcosa di simile, oppure il tuo blog ti basta?
Riuscire, grazie al mio blog, ad aprirmi delle porte e collaborare con case editrici o testate giornalistiche è esattamente quello che sogno per me. Con questo non intendo dire che Uno, nessuno e centomila libri sia solo un mezzo per raggiungere un fine. Mi piace scrivere nel mio blog, è una cosa che mi appartiene, e comunque vada ne sarò soddisfatta.
E concludiamo con LA domanda: che progetti hai per il tuo blog? Come lo vedi tra 12 mesi e dove pensi che possa arrivare?
Spero di riuscire a dedicargli sempre più tempo, in modo da poter migliorare e conquistare molti più lettori. Essendo solo all’inizio la strada da percorrere si sta ancora formando, pian piano. Non so dove potrà arrivare il mio blog tra 12 mesi, ma so che ci metterò una grande passione, e spero che questo possa essere premiato, perché di solito una grande passione porta a grandi cose. Si, lo so, sono una sognatrice. Ma che male c’è a sognare?