di Amira Dridi
Nato a Bologna nel 1994, Rodolfo Lissia ha sviluppato la passione per i video e la regia sin da adolescente. I primi sketch li ha realizzati, insieme ad alcuni amici, a soli 12 anni.
Il primo riconoscimento, però, arriva qualche tempo dopo, quando durante l’autogestione del suo liceo, go-pro alla mano, realizza un cortometraggio sperimentale per “Visione Corte”, vincendo non solo il premio del concorso, ma anche un altro al Phoenix Film Festival negli Stati Uniti.
Dopo aver fondato la “Rombo Productions”, con la quale realizza video musicali e altri progetti, nel 2015 inizia a pensare al soggetto per quello che sarà il suo cortometraggio d’esordio, “L’oro delle Tigri, o il risveglio delle coscienze”, che poi si aggiudicherà, nel 2016, un Audience Award al National Film Festival for Talented Youth (NFFTY) e un Bronze Award al Worldfest Houston.
Conosciamo meglio Rodolfo Lissia nella nostra intervista.
Ciao Rodolfo, è un piacere averti su Parole a Colori. Innanzitutto, com’è nata in te la passione per il cinema?
Devo ancora capire quand’è nata in realtà. So solo che è accaduto all’improvviso. Quando a 12 anni ho realizzato alcuni sketch con degli amici, avevo capito che girare sarebbe stata la mia passione e ho continuato a coltivarla.
Nonostante questa passione, hai intrapreso tutt’altro tipo di studi. Come mai?
Al liceo studiavo materie scientifiche e ho proseguito all’università lo stesso indirizzo. Mi sono appena laureato in Ingegneria ambientale, un mondo diverso da quello del cineasta sì. Il mio sogno sarebbe quello di riunire i due mondi, magari per un documentario sull’ambiente.
Hai alle spalle diverse produzioni di video musicali. Quanto sono diversi dai cortometraggi propriamente detti?
Be’, i video musicali vengono utilizzati dai registi come spazi creativi per sperimentare, quindi c’è più libertà di esprimersi liberamente. Il cortometraggio, invece, è a tutti gli effetti una produzione cinematografica.
Difficile passare da un piano all’altro?
La difficoltà, per me, è stata soprattutto la stesura della sceneggiatura. Dopo aver impiegato sei mesi per scrivere il soggetto, a causa dei miei studi, sono stato aiutato dallo sceneggiatore Andrea d’Isabella, che mi ha aiutato a rendere più fluido sia il soggetto che la storia. Poi dovevo costantemente mantenere alto l’interesse e l’impegno di attori e troupe. Con un budget nullo e i vari impegni di tutti, ci sono voluti sei mesi per finire il corto.
Il titolo, “L’oro delle Tigri”, è tratto da una raccolta di poesie di J. L. Borges. Le similitudini tra i due lavori finiscono qui, oppure ti sei ispirato al libro non solo per il titolo?
In realtà il libro mi è capitato tra le mani per caso. Avevo già iniziato a scrivere e a definire il soggetto e quando l’ho iniziato a leggere, ho capito che c’era una connessione a livello concettuale e “L’oro delle Tigri” sembrava perfetto come titolo.
Parlaci un po’ del soggetto.
La storia racconta dell’indagine di una coscienza individuale da parte di tre giovani uomini, circondati da un futuro cupo ed inesorabilmente urbano.
La ricerca di se stessi è un tema che ritorna in modo quasi ossessivo, oggi. Lo senti vicino anche a te?
In parte lo è, c’è sempre una trasposizione di se stessi nelle cose che creiamo. A livello attuale ho notato che in molti – nei miei coetanei e non solo – c’è questa volontà di ricerca, che poi è quello che spinge il protagonista ad attuare diversi processi per risvegliare di nuovo la sua coscienza.
Hai vinto due premi, che purtroppo non hai potuto ritirare personalmente. Qualche altro riconoscimento che ti ha emozionato in modo particolare?
Sicuramente vedere il proprio lavoro riconosciuto è una grande soddisfazione. Il corto nasce con un’idea di base: creare un dialogo, stimolare un dibattito. Quando lo abbiamo proiettato alla Cineteca di Bologna, ho avuto proprio questo: le persone in sala hanno creato un dibattito, anche tra di loro, e per me è stata un’emozione indescrivibile. Questo riscontro a livello concettuale è stato davvero stimolante e per me, il premio più sentito.
Progetti per il futuro?
In cantiere ho un documentario sperimentale con un duo di artisti di Roma e dopo il mio viaggio in Birmania, spero di aver definito il nuovo soggetto per un altro cortometraggio che ho in mente, in linea con “L’oro delle Tigri”.
Grazie a Rodolfo Lissia per questa chiacchierata, e in bocca al lupo per tutto
Potete trovare il cortometraggio “L’oro delle Tigri” su Vimeo.
Il link è: https://vimeo.com/145721295, la password per accedervi: borges.