Nel panorama musicale europeo, oggi, le “cooperazioni” sono all’ordine del giorno. Anche se politicamente l’Europa non sta attraversando un periodo felice, sul fronte culturale non si avverte aria di chiusura. Tutt’altro.
Tre decenni di Erasmus hanno creato tra i giovani quella mobilità spontanea di cui avevamo bisogno. E mi sento di dire per esperienza diretta che Berlino rappresenta uno dei poli di questo fenomeno, specialmente tra gli artisti.
Ho avuto il piacere di incontrare proprio nella capitale tedesca il duo musicale italo-tedesco Alexander Peppler & The Soulshaker, composto da Alexander Peppler, chitarrista e cantante della zona di Kassel, e Fabio Targhetta, percussionista originario della laguna veneziana.
Una chitarra e un cajón sono alla base delle loro canzoni acoustic folk, accompagnate spesso da un’armonica a bocca e altre percussioni, così da creare un’atmosfera intima e allo stesso tempo malinconica e colorata. Il loro primo album, “Sense” è in uscita proprio in queste settimane.
Quando vi siete conosciuti e come avete iniziato il vostro progetto musicale insieme?
Fabio: Ci siamo incontrati in una jam session qui a Berlino alla fine del 2015, e dopo che la polizia ha chiuso tutto alle cinque di mattina abbiamo cominciato a parlare ed è venuta fuori l’idea di suonare insieme. Io avevo già suonato con tre band diverse in Italia, ma facevamo solo cover.
Alexander: Io ho sempre cantato da solista, io e la mia chitarra, ma c’è un limite a quello che si può fare da soli. Cercavo una band, qualcuno con cui suonare anche per strada e sulla metropolitana – che è quel che ho fatto con Fabio, ed è stato un ottimo allenamento, oltre che molto divertente. Un contatto così diretto con le persone è speciale, e il loro apprezzamento significa davvero qualcosa, ti motiva a continuare. L’esperienza in strada ci è anche servita a ottenere contatti per fare concerti, e infatti dall’estate del 2016 facciamo concerti in vari bar della città.
Come vedete la vostra musica, come un hobby o una carriera?
Fabio: Direi che è più che un hobby, potremmo chiamarlo un priority hobby, perché lo sentiamo come un dovere, un lavoro, ma motivato da una grande passione. Abbiamo entrami comunque un altro lavoro per mantenerci mentre investiamo tempo e forze nella musica.
Alexander: Cerchiamo ovviamente di andare verso una carriera professionale, ma è molto difficile. Ci riteniamo fortunati perché finora siamo riusciti a coprire tutte le spese relative alla musica con ciò che abbiamo guadagnato con la musica, tra concerti ed esibizioni varie.
Parliamo del vostro primo album, “Sense”.
Alexander: L’abbiamo registrato a novembre dello scorso anno nella città natale di Fabio, Cavallino Treporti, nella laguna di Venezia. È il risultato di due anni di musica in strada, ma la differenza è che alle registrazioni hanno partecipato molte più persone: gli amici e la famiglia di Fabio sono stati di grande aiuto, dai cori al pianoforte, fino all’organizzazione! È stato fantastico lavorare con loro e difficile andarsene quando il lavoro era finito. L’album è composto da dodici canzoni, scritte da me ma poi rielaborate insieme, quindi in realtà è un album di gruppo, ed è giusto così, perché la musica è fatta per essere condivisa e per creare legami tra le persone.
Come siete approdati a Berlino? E pensate di rimanerci a lungo?
Fabio: Dal 2012 sono venuto più volte da turista, e ho subito amato l’atmosfera di Berlino. Poi ho rischiato di trasferirmi a Copenhagen ma alla fine ho deciso di seguire il mio cuore e stabilirmi qui nel 2015.
Alexander: Sono venuto qui nel 2014 dopo un periodo di studi nei Paesi Bassi. Avevo bisogno di una grande città che potesse offrirmi libertà, l’opportunità di seguire i miei sogni e un panorama musicale vivo, e l’ho trovata qui.
Fabio: Certo, la concorrenza è tanta a Berlino, e infatti il trend va sempre più verso est e Praga e Bucarest potrebbero diventare i prossimi centri per gli artisti emergenti… Noi adesso ci troviamo benissimo qui, poi in futuro chissà.
Un grande in bocca al lupo ad Alexander e Fabio per il loro album “Sense”.
Qui potete vedere il making of dell’album, mentre sul loro sito web potete ordinare l’album e restare aggiornati. Perché c‘è sempre bisogno di buona musica!