Maria Cristina Sferra ha alle spalle un percorso particolare, nel segno dell’arte e della creatività. Diplomata al liceo artistico, sezione culturale, ha seguito un corso post-diploma di grafica pubblicitaria alla Scuola di Arte Applicata all’Industria del Castello Sforzesco di Milano. Giornalista professionista dal 1991, ha lavorato per molti anni per la casa editrice Hachette-Rusconi, ideando e realizzando progetti di grafica editoriale e pubblicitaria, redigendo articoli per riviste settoriali, scrivendo racconti e poesie. Da alcuni anni Maria Cristina progetta e gestisce blog, pagine social e siti web, dei quali cura immagine ed editing.
Da sempre appassionata di fotografia, ha partecipato a diverse mostre d’arte e le sue immagini sono state pubblicate su libri, riviste e sul web. Da diversi anni studia, sperimenta e scrive di cucina naturale. “A mezzogiorno del mondo (una storia d’amore)” è il suo primo romanzo.
Conosciamo meglio questa autrice, convinta che con ottimismo e perseveranza realizzare i propri sogni non sia una missione impossibile.
Quando nasce in te la passione per la scrittura?
La passione per la scrittura è nata, insieme a quella per la lettura, quando ero bambina. Con grande gioia e una certa premonizione, alle scuole medie mi sono iscritta al mio primissimo corso di giornalismo e, nel frattempo, ho iniziato a scrivere poesie.
Dalla tua biografia vedo che, prima di dedicarti a scrivere storie, hai lavorato a lungo nella comunicazione e nell’editoria (come giornalista e responsabile di ufficio grafico). Cosa puoi raccontarci di queste esperienze? Sono state utili per formare, poi, la tua vena artistica di autrice?
Ho lavorato per molti anni in un mensile femminile, svolgendo una delle professioni più creative e gratificanti al mondo. In una piccola redazione si impara parecchio, si cresce velocemente e spesso ci si trova a ricoprire più ruoli contemporaneamente. Vivere tra immagini e parole ha di certo contribuito alla mia formazione, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più tecnici. Nel corso di quegli anni ho viaggiato tanto, ho continuato a leggere moltissimo e ho iniziato a scrivere racconti.
Parliamo adesso del tuo primo romanzo, “A mezzogiorno del mondo (una storia d’amore)”. Come lo descriveresti in poche parole a chi ancora non lo conosce?
La storia si svolge durante un viaggio itinerante sulle strade di Cuba ed è un lungo racconto romantico, ricco di emozioni, che narra della nascita di un amore tra una giovane donna (l’io narrante di cui, perdonatemi, non posso rivelare il nome) e Guglielmo, un uomo dal carattere volitivo e appassionato.
E a cosa ti sei ispirata per scrivere questa storia?
Nel 1995 ho visitato Cuba per ben due volte e me ne sono letteralmente innamorata. Come durante tutti i miei viaggi, ho tenuto un diario in cui ho annotato le mie impressioni. Al mio rientro, molto lentamente, è maturata l’idea di scrivere una storia in cui i protagonisti vivessero la nascita della loro passione sullo sfondo di quei luoghi magnifici, assaporandone le atmosfere, ascoltandone la musica suadente. Così è nato il mio libro.
Per il tuo libro d’esordio hai deciso di puntare sull’auto-pubblicazione. Perché questa decisione? Hai pensato anche a un’edizione tradizionale (con casa editrice) oppure il self è stato la tua prima scelta?
Ammetto di aver studiato la situazione dell’editoria italiana e per gli autori esordienti il panorama mi è sembrato abbastanza scoraggiante. L’idea di spedire il manoscritto e restare in attesa per chissà quanto tempo non riusciva a convincermi. Il mio primo libro era pronto e avevo il desiderio di vederlo prendere il largo. Alla fine ho pensato che essere un’autrice indipendente, quindi editrice di me stessa, poteva essere la via migliore.
Cosa ci dici dei contratti di pubblicazione a pagamento? Hai ricevuto proposte di questo genere? Le prenderesti mai in considerazione?
Ho ricevuto diverse proposte un po’ stravaganti a pubblicazione già avvenuta, ma non mi voglio dilungare. Credo che l’editoria a pagamento sia sbagliata concettualmente e non ho intenzione di ricorrervi. Nonostante tutte le opportunità che oggi offre il web, potrei invece considerare un’edizione in cartaceo, proponendo in futuro il mio lavoro a una casa editrice tradizionale scelta con cura.
Come valuti, da esordiente, la situazione editoriale italiana in generale? Per i giovani e le nuove idee ci sono possibilità e apertura oppure farsi strada in modo tradizionale è ancora un’impresa titanica?
Come ho già scritto sopra, la via tradizionale è molto ardua. Credo però che alcune regole stiano lentamente cambiando. Oggi, a differenza del passato e proprio grazie all’auto-pubblicazione, sempre più spesso è la casa editrice tradizionale a trovare l’autore da reclutare tra gli indipendenti emergenti che propongono testi di qualità. Dal mio punto di vista si tratta di una buona pratica che premia chi ha davvero talento.
Che progetti hai adesso? Stai già lavorando a qualche nuovo lavoro?
Al momento mi sto occupando della promozione di “A mezzogiorno del mondo (una storia d’amore)”. Sto anche lavorando al mio prossimo libro che sarà una raccolta di racconti brevi, quindi un genere diverso e non molto diffuso, ma che io amo molto scrivere.
E qual è invece il tuo sogno nel cassetto?
Dal mio cassetto stracolmo, oggi estraggo il sogno di vedere il mio libro esposto fisicamente nelle librerie. Quando si sogna, tutto è possibile!
Un sincero ringraziamento a Parole a Colori per questa intervista.
Se volete saperne di più dell’autrice e delle sue storie potete seguire la pagina Facebook e il sito.