Nata a Morbegno in Valtellina, Eloisa Donadelli è quello che si definisce uno spirito libero, che ama viaggiare e conoscere le storie delle persone. Al suo modo di essere ha di sicuro contribuito l’anno che ha passato negli Stati Uniti, dove si è diplomata alla Lincoln High School di Sioux Falls.
Laureata in lingue e letterature straniere, ha collaborato con il quotidiano “La Provincia di Sondrio” prima di dedicarsi all’insegnamento, attività che svolge tuttora in un liceo linguistico.
Scrive storie per bambini e per adulti. Al momento ha all’attivo un libro per ragazzi, “Agostino Pizzoccheri e la bio magia”, e uno per l’infanzia, “Un Cassandro da colorare”. “Le voci delle betulle“, edito da Sperling & Kupfer, è il suo esordio nel mondo della narrativa.
Abbiamo parlato con Eloisa delle sue esperienze oltre Oceano, ma anche della sua grande passione per la scrittura e di cosa la spinga a scegliere quale storia raccontare, e a chi.
Benvenuta a Eloisa Donadelli su Parole a Colori. Come ti descriveresti usando solo poche parole?
Una sognatrice curiosa e positiva, capace di decodificare le voci degli altri.
Da adolescente hai vissuto un anno negli Stati Uniti, diplomandoti in una scuola americana. Quanto ha influito su di te, sulle tue scelte professionali e sulla tua visione del mondo, questa esperienza?
Vivere dall’altra parte del mondo mi ha formata, mi ha permesso di capire l’importanza delle radici e cosa significhi venire sradicati. Mi ha anche mostrato la forza e la resilienza che, tutti noi, tiriamo fuori quando decidiamo di scoprire nuove strade. I cambiamenti non sono mai facili, bisogna guardarsi dentro e capire cosa diamo veramente, e così ho fatto io. Ho vissuto profondamente un’altra realtà, un’altra storia, un’altra me e sono tornata a casa cresciuta molto – anche di peso.
Quando hai deciso che la scrittura avrebbe fatto parte della tua vita? Sogno nel cassetto fin da piccolina oppure scelta ponderata, da grande?
Il mio non è il classico sogno nutrito sin da piccola, non sono una ex bambina che scriveva temi e meritava le lodi delle maestre, semplicemente perché faccio fatica a scrivere a comando. Io ho bisogno di libertà per esprimermi al meglio, e ho dovuto maturare la mia vocazione con consapevolezza. Sono nata però come divoratrice di libri. Penso che la voglia di scrivere sia arrivata come un fulmine a ciel sereno. A un certo punto ho avvertito l’esigenza di scrivere, di mettere nero su bianco quello che avevo dentro. Credo mi abbia aiutato la fantasia. Mi hanno sempre definito una persona con la testa tra le nuvole, non necessariamente un pregio.
Al momento hai all’attivo due libri per bambini e ragazzi (“Agostino Pizzoccheri e la bio magia” e “Un Cassandro da colorare”, ndr). Com’è scrivere per un pubblico giovane? Servono capacità particolari, diverse rispetto a quelle di uno scrittore per adulti? Ci sono tanti stimoli ma anche qualche responsabilità?
Scrivere per i bimbi è come regalare fiori: con loro uso un linguaggio diretto, semplice, e credo di lasciare a chi legge qualcosa di profumato. Il pubblico giovane è completamente diverso da quello adulto: è ingenuo, ma soprattutto crede fermamente che tutto sia magico e possibile. Chi scrive deve calarsi in quest’ottica, e a me fa bene farlo, perché rispolvero la mia parte infantile.
“Le voci delle betulle” è il tuo esordio nel mondo della narrativa per adulti. Com’è nata l’idea per questa storia?
È nata durante le lunghe chiacchierate con le mie amiche, un’estate in cui alcune si sono separate nello stesso periodo e al contempo confidate con me. La mia natura empatica mi ha portato a scrivere le prime righe del romanzo. Poi tutto si è sviluppato intorno a questa idea di partenza.
E come sei arrivata alla pubblicazione con l’editore Sperling&Kupfer?
Grazie a chi ha creduto in me, in particolar modo alla mia agente letteraria.
Insegnante, in passato giornalista, scrittrice per bambini e per adulti, mamma. Come riesci a fare tutto?
Questa è una domanda che mi sento fare spesso. Chi mi conosce bene sa che la mia vita è impegnativa. Per questo ho dovuto fare pulizia, creare spazio. Ho tolto la televisione, ho selezionato quali libri leggere. Adesso scrivo principalmente la notte, accompagnata dalla musica, perché so che in quelle ore è più facile che il mondo non mi disturbi. Di giorno, invece, ogni volta che mi viene un’idea la annoto sul cellulare, per svilupparla poi quando ho un minuto libero.
E quali sono, adesso, i tuoi progetti? Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
Si, sto scrivendo un nuovo romanzo per adulti e c’è anche una fiaba che mi sta girando intorno Ma per scaramanzia tengo tutto per me sino alla fine.