Caterina Lucido è una blogger letteraria, fondatrice del blog La Finestra della Letteratura. Recensioni e interviste ad autori italiani e internazionali, realizzate con la convinzione che la lettura sia un atto di libertà, e che la parola scritta possa ancora cambiare le cose e avere qualcosa da dire.
Dopo aver intrapreso studi tecnici, Caterina ha scelto di seguire un percorso diverso, avvicinandosi al mondo della cultura e del turismo e diventando progettista di itinerari turistici. Da questo lavoro ha rafforzato la convinzione che la bellezza, in tutte le sue forme, ha un grande potere, che può diventare linguaggio universale.
Nel 2016 ha creato La Finestra della Letteratura, con l’intento di condividere la sua passione per i libri e per le storie. Dalla pagina Facebook al blog all’apertura dei canali social, molto seguiti, è stato tutto un susseguirsi di incontri, scoperte e occasioni inaspettate.
Nell’intervista ho parlato con Caterina dei suoi inizi come creatrice di contenuti, degli autori che più l’hanno colpita nel corso di questi anni ma anche dei progetti per il futuro.
Iniziamo con una domanda di rito: com’è nata l’idea per la Finestra della letteratura?
L’idea è nata quasi per caso. Ci pensavo da un po’ in realtà alla possibilità di condividere le mie letture con altre persone. Così una sera di aprile, mentre mi trovavo davanti al computer diedi vita alla pagina Facebook del blog.
Il blog si occupa di libri e cultura, con recensioni, interviste e approfondimenti. Se dovessi sintetizzare la tua mission per i nostri lettori?
La mia mission è quella di creare un luogo di ritrovo alla portata di chiunque voglia affacciarsi nel mondo dei libri.
Qual è stata la risposta dei lettori nei primi tempi e come sono andate poi le cose? Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato di mollare tutto?
Il pubblico ha accolto sin da subito e in maniera molto positiva la mia presenza sui social. È stata una vera sorpresa, non avrei mai pensato di raggiungere un pubblico così ampio nel giro di pochi anni. Non ho mai pensato di mollare questo mio progetto; per natura sono una persona molto caparbia, mi piacciono le sfide, e per me questo blog è una sfida continua, perché in un mondo come il nostro i libri restano l’unica certezza. Spero di continuare ancora a lungo questa mia esperienza.

Nel 2019, quando hai iniziato, i blog godevano ancora di un certo successo. Oggi, invece, sembrano essere passati di moda, sostituiti dai social. Come valuti la situazione attuale? Ha ancora senso, nel 2025, curare un blog culturale?
Assolutamente sì, ha ancora senso. In un mondo dove tutto passa e molto velocemente, le cose fatte bene, con dedizione e cura, rimangono e possono essere riscoperte e rivalutare proprio per questa loro “persistenza”. Oggi molti creatori di contenuti preferiscono TikTok, Instagram, i social, meno impegnativi e più pratici, per promuovere un libro o per fare una recensione. Il pubblico giovane non ha tempo di stare a leggere, nel vero senso della parola, vuole solo vedere, scorrere contenuti, fare in fretta. Ma poi magari nell’arco di mezz’ora non ricorda più quello che ha visto e sentito. Ed ecco che tornano in gioco i blog, e i blog fatti bene. Luoghi dove i contenuti restano e possono essere fruiti nel corso del tempo.
E se dovessi dare dei consigli a un aspirante blogger/creatore di contenuti di stampo culturale, quali sarebbero? Da dove gli diresti di iniziare? Cosa non può mancare, per “farcela”?
Per iniziare ci vogliono tanta passione e tanta determinazione; talvolta possono presentarsi degli ostacoli e bisogna cercare di trovare un’alternativa percorribile per raggiungere l’obiettivo prefissato. Non esiste un “inizio” uguale per tutti, ma credo che sia molto importante avere una conoscenza di base della materia, prima di poter dare vita a un progetto culturale. E poi costanza e positività: se non va bene all’inizio non è detto che le cose non possano cambiare.
In questi anni hai intervistato tantissimi autori, dagli esordienti ai nomi affermati del panorama non solo italiano ma internazionale. C’è qualcuno che ti è rimasto impresso in modo particolare? Che si è rivelato diverso da come ti aspettavi o che ti ha dato delle risposte che ti hanno colpita?
È vero, nel corso degli anni ho avuto il privilegio di ospitare nel mio blog autori molto diversi tra loro, ciascuno con la propria sensibilità e il proprio modo di raccontarsi. Ne sono profondamente grata. Ricordo con particolare affetto il mio primo ospite, Alessandro Ippolito: la sua disponibilità e la sua gentilezza mi colpirono fin da subito. È una persona autentica, leale, capace di mostrarsi per ciò che è, senza filtri. Con lui, il confronto si è trasformato in un rapporto di reciproca stima. Un altro mio ospite che porto nel cuore è Wade Rouse, conosciuto dal grande pubblico come Viola Shipman. È un autore brillante, ironico e profondamente umano. Peccato che in Italia, dopo i primi due romanzi, le sue opere più recenti — amatissime all’estero — non abbiano ancora trovato la giusta diffusione. Con Catena Fiorello si è invece instaurato nel tempo un vero rapporto di stima e amicizia. È una donna solare, generosa, e condivide con me la convinzione che la letteratura debba arrivare al cuore delle persone. Dacia Maraini è una figura di straordinaria sensibilità e umiltà. Prima dell’intervista abbiamo avuto modo di parlare a lungo, e la sua attenzione, la cura con cui ascoltava ogni parola, mi hanno profondamente colpita. L’intervista a Edith Bruck è stata un’esperienza che porterò sempre con me. Le sue parole, intense e lucide, custodiscono la memoria di un passato che non deve essere dimenticato. Ascoltarla è stato come ricevere una lezione di umanità, di forza e di speranza: la sua voce resta un faro per chi crede ancora nel potere della testimonianza. Ognuno di questi ospiti mi ha lasciato qualcosa di prezioso: un punto di vista, una riflessione, un frammento di umanità. Ogni intervista, in fondo, è un dialogo che arricchisce chi lo conduce tanto quanto chi lo legge.



La Finestra è nata come pagina Facebook, poi è diventata un blog. Negli anni hai aperto diversi profili social, oggi molto seguiti. Quanto è importante aggiornarsi e adattarsi ai cambiamenti dei gusti del pubblico, per un creatore di contenuti? E quanto è difficile?
Io pubblico ciò che mi piace, come se scrivessi su d’un diario personale – con l’unica differenza che sarà letto da altri. Non mi pongo quasi mai il problema se possa piacere o meno quel determinato contenuto. Magari proprio quella citazione in quel momento può essere come un balsamo per l’anima di chi sta leggendo e fa sue quelle parole. Credo molto nel potere salvifico della scrittura. Naturalmente quando pubblico ho un occhio attento anche verso le ultime tendenze. Può sembrare facile ma non lo è. Per questo come dicevo prima ci vuole passione per chi vuol fare il creatore di contenuti. Nulla è impossibile, se lo si fa con amore.
Il blog è attivo da oltre 5 anni. Quando hai iniziato, ti saresti mai aspettata di arrivare fino a qui? E quali sono i tuoi progetti di qui a 5 anni? Dove vorresti che arrivasse la Finestra della letteratura?
Vivo il presente, e non faccio mai progetti futuri. Vorrei che la Finestra della letteratura fosse di ispirazione per i giovani, e perché no, che un giorno venisse ricordato non solo come blog, ma come un luogo d’incontro e condivisione. Mi piacerebbe che venisse istituto un bel premio per i blogger e che La Finestra della Letteratura ne vincesse uno. In fondo, i sogni sono la spinta che ci permette di guardare oltre: senza di essi, nessun progetto potrebbe davvero prendere forma.











