Incontro con Antonio Fusco: “Le vite parallele” e le cose fatte bene

Lo scrittore e funzionario della Polizia racconta la genesi e i dubbi dell'ultima indagine di Casabona

di Chiara Bonelli

 

Seduti, insieme a diversi altri spettatori interessati, attendiamo di sapere cosa  Antonio Fusco, insieme alla giornalista della Nazione Valentina Spisa, racconterà su “Le vite parallele”, l’ultima indagine del commissario Casabona, pubblicata da Giunti.

Le presentazioni di romanzi saranno anche fuori moda, eppure permettono di conoscere dettagli e “dietro le quinte” della realizzazione di un’opera, e particolari della vita stessa del loro autore. Perché raccontare il proprio lavoro è anche un po’ raccontare se stessi.

Fusco – scrittore, funzionario della Polizia di Stato, criminologo forense – decide di partire dal passato, dalle sue altre indagini letterarie che hanno conquistato il pubblico e anche la critica, portandogli diversi riconoscimenti – come il Premio San Domenichino della città di Massa. Premio di cui va fiero, perché il suo obiettivo, in questa serie di gialli, è anche quello di omaggiare i luoghi della sua provincia d’azione, Pistoia. 

Per “Le vite parallele” lo scrittore ha preso spunto da un fatto di cronaca, la scomparsa, il 3 maggio 2007 in Portogallo, della piccola Madeleine Beth McCann. L’indagine arriva in un momento di profonda crisi per il commissario Casabona, che medita di abbandonare il suo lavoro e la sua squadra.

Nonostante i dubbi, etica e passione spingono l’uomo a buttarsi anima e corpo nel caso. E questo è un elemento molto umano, come ha sottolineato anche Valentina Spisa, che rende Casabona un personaggio con cui è facile entrare in sintonia. Uno dei motivi del suo successo, probabilmente.

Ma la passione per il proprio mestiere, che sia quello di scrittore, di criminologo, di poliziotto, non si ricollega solo al personaggio fittizio ma emerge chiaramente anche da ogni risposta di Antonio Fusco, data con grande competenza e professionalità. “Bisogna entrare bene nel ruolo che si è scelto, e rispettarlo” dice lo scrittore.

Rispetto al primo libro della serie, la squadra di Casabona si è arricchita, così come i personaggi stessi. Espedienti utili a mettere in evidenza l’importanza del lavoro in team, ma anche a fare luce sulle dinamiche interne che si creano durante un’indagine.

Nonostante il commissario fosse intenzionato a ritirarsi, all’inizio de “Le vite parallele”, siamo certi che in futuro non arriverà un’altra indagine? Antonio Fusco, sorridendo, ha lasciato aperte le porte, dicendo che “per fare bene le cose, occorre anche tempo”.