“In our day”: un film minimalista al limite dell’astrazione

Il regista coreano Hong Sang-soo si prende i suoi tempi - ma il pubblico non gradisce

Un film di Hong Sang-soo. Con Ki Joobong, Kim Min-hee. Drammatico, 84′. Corea del sud 2023

Sang-won è un’attrice che non crede più nella propria professione. Mentre trascorre del tempo dall’amica Jung-soo, riceve la visita della cugina e aspirante attrice Ji-soo. Hong Uiji è un poeta rinomato, in là negli anni, che ha smesso di bere e fumare per motivi di salute. La giovane Ki-joo filma dei suoi momenti privati per un documentario biografico a cui sta lavorando. Intanto li raggiunge Jae-won, aspirante attore e ammiratore di Hong Uiji, che involontariamente spinge il poeta a cedere nuovamente ai propri vizi.

 

Dispiace dover tirare in ballo ancora una volta il neo-direttore della Quinzaine Julien Rejl, ma proporre “In our day” di Hong Sang-soo come film di chiusura dell’edizione è un evidente tentativo di auto-sabotaggio – il numero di persone che ha lasciato la sala durante la proiezione lo conferma.

Sicuramente io non ho i giusti strumenti conoscitivi e filosofici per apprezzare a pieno il cinema del regista coreano, ma la lentezza del ritmo, la sceneggiatura che gira a vuoto e la sensazione di noia sono elementi universali, che chiunque può riconoscere!

“In our day” è l’esatto contrario dei prodotti a cui ci hanno abituato i cineasti contemporanei. Un film che si sviluppa seguendo i suoi tempi, che si prende più di una pausa e bene o male se ne frega che non succeda niente.

Hong Sang-soo si prende gioco con grazia dei giovani, che sembrano animati da grandi passioni e desiderosi di risposte assolute ma poi si dimostrano goffi, privi di analisi critica e auto-referenziali.

Due storie si alternano sullo schermo, mostrando le contraddizioni e i limiti degli artisti di successo, che in teoria dovrebbero illuminare la società ma poi nei fatti… I protagonisti sono pessimisti e distaccati dal mondo: l’attrice sull’orlo di una crisi di nervi solo dopo la scomparsa del gatto; il vecchio poeta in procinto di dare una svolta alla sua vita dissoluta.

Il regista, più che mettere in scena un dialogo costruttivo, cerca di mostrare come solo davanti al dolore e all’eccesso si palesa il nostro vero essere. Idea con del potenziale, realizzazione da dimenticare.