la serie di romanzi di Jasper Fforde incentrati sulle avventure della detective letteraria Thursday Next, editi in Italia da marcos y marcos, hanno diviso il pubblico. Secondo alcuni, la serie è andata peggiorando dopo l’esordio mirabolante di “Il caso Jane Eyre“. Io non sono tra loro.
Il primo romanzo non è quello che mi è piaciuto di più, e anche se ammetto che nei seguiti ci sono dei difetti, leggo ogni avventura con piacere, curiosa di sapere come andrà a finire e quale altra trovata l’autore tirerà fuori per stupirci, farci ridere, lasciarci a bocca aperta.
Nel terzo capitolo della saga, “Il pozzo delle trame perdute“, è vero che non succeda un gran che. La trama principale – Thursday, la lotta contro la Goliath, lo sdradicamento di Landen – si prendono una pausa, per dare spazio a una lunga parentesi ambientata nel mondo dei libri. Ma questo è un buon motivo per dire che il libro è un fiasco?
Se la narrazione principale si interrompe, la protagonista vive un’avventura parallela dove ne succedono di cotte e di crude. Lo ammetto, ho amato questo excursus sul mondo letterario, tra Generici che via via acquisiscono una personalità, una fisionomia, un nome con tanto di maiuscola; salti ora in questo ora in quel romanzo; trovate narrative una più divertente e fantasiosa dell’altra.
Siamo abituati a trovare i libri belli e rilegati sugli scaffali delle librerie, ma abbiamo mai pensato al processo di creazione della storia? La “scrittura” ci viene qui descritta come un’operazione molto, ma molto più complessa di quella che immaginiamo. Non è che un’autore si mette semplicemente lì con carta e penna e crea, c’è un mondo intero dietro al romanzo finito.

Insieme a Thursday e a Miss Havisham partiamo quindi alla scoperta della Grande Biblioteca, dove sono raccolte tutte le storie scritte in tutti i tempi e del Pozzo delle trame perdute. In questo universo di carta e inchiostro si possono incontrare eroi e mostri letterari, assistere all’equivalente libresco dei premi Oscar, vedere la formazione e la crescita dei personaggi. Nonostante sia un mondo parallelo a quello reale, i contatti con l’esterno non sono impossibili. Così può succedere che personaggi di fantasia escano a vivere per un certo periodo nel “nostro” mondo e che persone vere si trasferiscano nei libri, grazie al Programma scambio di personaggi.
Anche la letteratura ha le sue grane, e Thursday deve risolvere casi, perdere persone care, superare esami. Così il libro non si riduce a una serie di scene giustapposte, ma ha una sua trama profonda, un fil rouge che lo tiene insieme. Ci sono i cattivi, un piano segreto da svelare e sventare, e molto altro.
Ci saranno anche lettori che non hanno apprezzato i tantissimi elementi che vengono mescolati insieme, i piani che si intrecciano, i diversi livelli di lettura (anche grafici, con le chiamate al notofono a pie’ di pagina), ma non posso farci niente, io amo tutto questo. Quelli di Fforde sono libri un po’ folli, personaggi e situazioni incredibili. Ma la lettura stimola la fantasia e porta ad apprezzare il lavoro dello scrittore.
I fantasy non sono solo quelli popolati da nani e giganti; non serve necessariamente creare un mondo lontanissimo dal nostro, per dar vita a qualcosa di nuovo e fantastico. Anche l’Inghilterra di metà anni ’80 può trasformarsi in qualcosa di totalmente diverso, essere innervata di mille e una novità e invenzioni. Per me, usando solo una parola, tutto questo è fantastico.