“Il mio Godard”: un ritratto irriverente e provocatorio del regista francese

Jean-Luc Godard protagonista del film di Michel Hazanavicius, tra biopic, commedia, racconto del '68

Un film di Michel Hazanavicius. Con Stacy Martin, Bérénice Bejo, Louis Garrel, Grégory Gadebois, Micha Lescot. Titolo originale: Redoubtable. Biografico, 102’. Francia, 2017

Basato sul romanzo autobiografico “Un anno cruciale” di Anne Wiazemsky

Data di uscita italiana: 31 ottobre 2017

 

È possibile giocare con un’icona del calibro di Jean-Luc Godard, umanizzarlo al punto da farlo apparire persino caricaturale raccontando la sua sfera più intima e gli slanci politici?

Un comunista, oltre che cinefilo duro e puro, risponderebbe con sdegno di no, tacciando di complotto borghese il tentativo filmico del regista premio Oscar Michel Hazanavicius.

I diversamente ignoranti che non hanno idea di chi sia Godard, o lo hanno a malapena sentito nominare, probabilmente invece si divertiranno molto a vedere “Formidabile” (traduzione dell’originale francese “Redoutable” che ha in sé una valenza più duplice).

Hazanavicius azzarda un’operazione rischiosa, destinata a far discutere, scegliendo la via del biopic sì, ma declinato in una chiave molto personale.

Il regista ha deciso infatti di accendere i riflettori sulla vita di Godard (Garrel) alla fine della lavorazione del discusso film “La Chinoise” in cui diresse una giovane attrice francese, Anne Wiazemsky (Martin), innamorandosene e sposandola nonostante i vent’anni di differenza.

Già considerato un mostro sacro del cinema francese, Godard non ha timore di volgere la sua attenzione alla lotta politica appena esplosa in Francia. Siamo a ridosso degli scontri del 1968.

Lo spettatore assiste quindi all’inevitabile sovrapposizione tra vita pubblica e vita privata di Godard e della moglie, con la prima che si rivela prioritaria.

Hazanavicius ci racconta due storie d’amore parallele: quella romantica e travolgente, almeno all’inizio, tra Jean-Luc e Anne e quella viscerale e utopico di lui per una società socialista, idealmente più giusta. Ma si sa che nella vita di un uomo c’è spazio per un amore soltanto…

“Formidabile” è un film volutamente provocatorio, irriverente, macchiestico e in alcuni momenti malinconicamente nostalgico verso un’idea di sinistra mai realizzata

Hazanavicius gioca con un mito, senza mai mettere in discussione il suo ruolo nella storia del cinema, ma usandolo per una feroce e ironica critica a un mondo intellettuale autoreferenziale e senza sbocco.

Louis Garrel (Jean-Luc Godard) e Stacy Martin (Anne Wiazemsky) in una scena del film. Formidabile. 2017

Personalmente ho trovato molto ben riuscita la parte romantica del film, merito soprattutto dell’alchimia tra i due protagonisti. La coppia formata da Louis Garrel e Stacy Martin riesce a mettere in scena un amore intenso quanto breve e a coinvolgere il pubblico.

Garrel poi sfodera una performance di assoluto livello, dando al suo Godard il giusto equilibrio tra personaggio e uomo vero. Non è da escludere che per lui possa arrivare un riconoscimento prestigioso, la serata finale del Festival.

La sfera pubblica e politica della pellicola, invece, convince di meno, risultando troppo caricaturale, fredda e poco rappresentativa del periodo storico in questione.

La regia di Michel Hazanavicius pur non raggiungendo eccelse vette artistiche e creative, è nel complesso apprezzabile, esperta.

Jean-Luc Godard, icona del cinema internazionale, non esitò a mettere a rischio la sua carriera per sostenere una causa politica. Purtroppo non riuscì allo stesso modo a salvare il suo matrimonio con Anne. Ma non tutte le ciambelle escono con il buco.

 

Il biglietto da acquistare per “Formidabile”:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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