Un film di Marco Simon Puccioni. Con Filippo Timi, Francesco Scianna, Francesco Gheghi, Matteo Oscar Giuggioli. Commedia, 90′. Italia 2022
Leone ha sedici anni, due padri e una cotta per Anna, una compagna di classe da poco trasferita a Roma. Con l’amico di sempre lavora a un documentario di fine anno in cui desidera illustrare la sua storia e la sua famiglia. Simone e Paolo, i suoi genitori, finalmente sposi per la legge italiana, hanno coronato la loro relazione con Leone, portato in grembo da Tilly, madre genetica e “portatrice” che vive in America ma partecipa alla vita del (suo) ragazzo. Stretto tra i pregiudizi dei compagni e la spinta militante per la causa gay dei suoi genitori, Leone cerca la via e il suo posto nel mondo. Ma quello che è già confuso dall’adolescenza si complica con la crisi di papà e papà. Simone tradisce Paolo e Leone perde il filo.
Commedia agrodolce molto interessante, che affronta il tema del coming of age in modo inedito, “Il filo invisibile” di Marco Simon Puccioni arriva su Netflix dopo essere uscito al cinema a febbraio per un evento di tre giorni.
Leone (Gheghi) ha 16 anni e due papà, Simone (Scianna) e Paolo (Timi). La californiana Tilly lo ha portato in grembo per loro negli Stati Uniti, come madre surrogato, e continua ad essere presente nella vita del ragazzo, che sta crescendo in Italia.
Proprio mentre, schivando pregiudizi ed equivoci intorno alla sua sessualità e alla presunta stranezza della sua famiglia, Leone sta per vivere la sua prima storia d’amore, la solidità del rapporto tra i suoi genitori entra in crisi…
Possiamo ancora affermare, nel 2022, che sono i legami biologici le fondamenta di una famiglia? Oppure le persone che ci crescono, che ci stanno accanto nel momento del bisogno, che ci sono, hanno tutto il diritto di essere chiamati parenti e genitori, indipendentemente dai geni che (non) condividiamo?
“Il filo invisibile” affronta il tema con delicatezza e incisività, evitando di cadere in molti dei cliché che il cinema di solito utilizza per parlare delle coppie omosessuali. E, a ben vedere, questo è un film che parla soprattutto d’amore. Quello, che diventa conflittuale, tra Simone e Paolo; quello giovane e nuovo di Leone per Anna. E poi quello tra figlio e padre – o padri, come in questo caso.
Ponendo l’accento su un problema comune a tutte le coppie, ovvero come cercare di far sopravvivere l’amore ai cambiamenti che il tempo che passa impone, il film si regge soprattutto sulla bravura, non scontata, di Filippo Timi e Francesco Scianna e su una sceneggiatura intelligente, che riesce a smontare ogni pregiudizio. Un racconto onesto sull’amore e sulla famiglia.