Un film di Arnaud Desplechin. Con Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Mathieu Amalric, Alba Rohrwacher. Drammatico, 110′. Francia 2017

Ismaël Vuillard, regista febbrile, scrive di notte per ricacciare gli incubi. Legato sentimentalmente a Sylvia, astrofisica con la testa tra le stelle, ha perso Carlotta, la giovane consorte inghiottita vent’anni prima dal nulla. Da allora si prende cura di Henri Bloom, autore cinematografico, mentore e padre inconsolabile di Carlotta, che una mattina d’estate ritorna dall’aldilà. Fantasma tangibile, la sua morte non è mai stata accertata, rientra da una fuga ostinata e da un soggiorno in India, dove si è risposata e dove è rimasta vedova. Di nuovo sola nel mondo, ripara nella sua vecchia vita e tra le braccia di Ismaël, sopraffatto dalle emozioni e dallo sconcerto. Il fantasma di Carlotta lo appressa e finisce per frangere i suoi sentimenti e la sua produzione artistica.

 

Mai dire mai, nella vita. Anche quando ci si illude di aver raggiunto un equilibrio mentale e sentimentale dopo tanto penare, possono sempre sbucare dei fantasmi pronti a rovinare tutto. Perché ognuno di noi ha dei conti aperti con il passato.

Nel caso di Ismael (Amalric), protagonista del film “I fantasmi d’Ismael” di Desplechin che ha aperto il Festival di Cannes 2017 fuori concorso, sceneggiatore e regista intento a completare il suo nuovo lavoro, il fantasma è quello della moglie Carlotta (Cotillard), scomparsa misteriosamente ventuno anni prima.

Le vite di tutti i personaggi verranno sconvolte dall’improvviso ritorno della donna, che sembra intenzionata a riprendere il suo posto al fianco del marito, come se i ventuno anni d’assenza non si fossero mai verificati.

“I fantasmi d’Ismael” si presta a diverse chiavi di lettura e offre più sfumature sul piano drammaturgico. Dopo un inizio da commedia pura, diventa un melo sentimentale con venature esistenziali, per poi tornare commedia, ma grottesca, e finire con toni agrodolci poco convincenti.

La maggiore criticità del film è una sceneggiatura eccessivamente fumosa, che sebbene nel complesso sia ben scritta non riesce ad avere una chiara identità, né a rendere l’intreccio scorrevole e coinvolgente dall’inizio alla fine.

Mathieu Amalric e Marion Cotillard in una scena del film. 2017

In conferenza stampa il regista Arnaud Desplechin ha rivelato che esistono due versioni del film, una più romantica – questa – e una più comica, dove il protagonista è un intellettuale. Al cinema le vedremo entrambe, anche se in momenti diversi.

Le interpretazioni di Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard – alla prima esperienza insieme sul set – sono sicuramente gli aspetti più positivi del film. Le due attrici, oltre a bellezza e charme, mettono in scena una recitazione intensa, appassionata e coinvolgente che crea personaggi profondi.

Il triangolo amoroso con l’apprezzabile e istrionico Amalric, invece, convince solo a tratti, non tanto per colpa degli interpreti quanto di dialoghi che si fanno via via sempre meno brillanti.

La regia di Arnaud Desplechin è nel complesso gradevole, puntuale, a tratti creativa e dotata di una discreta sensibilità, ma discontinua.

I fantasmi del passato possono assumere natura e forma diversa, ma affrontarli, anche a costo di soffrire, è il solo modo per volgersi verso il futuro con il sorriso, e senza ombre a oscurare il sole.

 

Il biglietto da acquistare per “I fantasmi d’Ismaël” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre. 

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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