“Hotel Gagarin”: una commedia sulla rinascita e la magia del cinema

Simone Spada, all'esordio, dirige un ottimo cast in una pellicola dalla duplice anima e identità

Un film di Simone Spada. Con Claudio Amendola, Luca Argentero, Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Silvia D’Amico. Commedia, 93′. Italia 2018

Cinque italiani squattrinati e in cerca di successo vengono convinti da un sedicente produttore a girare un film in Armenia. Appena arrivati all’hotel Gagarin, un albergo isolato nei boschi e circondato soltanto da neve, scoppia una guerra e il produttore sparisce con i soldi. I loro sogni vengono infranti, ma nonostante tutto la troupe trova il modo di trasformare questa esperienza spiacevole in un’occasione indimenticabile, che farà ritrovare loro la spensieratezza e la felicità perdute.

 

Un vincitore è solo un sognatore che non si è mai arreso, recita una celebre frase del Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela. Ma com’è la vita di un uomo senza sogni? Un uomo che si è arreso oppure non ha il coraggio di immaginare per sé qualcosa di diverso dalla propria – magari triste – quotidianità?

Il cinema è la fabbrica dei sogni per eccellenza, e grazia a lui anche le persone più semplici possono permettersi di viaggiare e scoprire luoghi mai visti prima, siano essi reali o meno.

“Hotel Gagarin”, dell’esordiente Simone Spada, è un omaggio a questa nobile funzione della settima arte, oltre a essere un intenso, corale e sincero invito a non smettere mai di sognare e credere in una seconda possibilità.

La storia è quella di un eterogeneo gruppo di italiani, accomunati dal fatto di essere infelici e considerati marginali e falliti dalla società, prede perfette, quindi, per un discutibile produttore cinematografico che progetta di realizzare, con fondi europei, una pellicola ambientata in Armenia.

Gli sceneggiatori giocano e ironizzano sul mal costume tutto italiano di presentare improponibili progetti all’Unione Europea con l’intenzione truffaldina di intascarne i fondi senza poi realizzare in pratica niente di concreto.

“Hotel Gagarin” rivela di possedere una doppia anima creativa e una duplice identità drammaturgica. Da una parte è la classica commedia leggera, ironica e malinconica costruita sulle contraddizioni e i limiti della nostra società e degli italiani, ben rappresentati da un cast di talento e personalità, dove spicca la performance di Silvia D’Amico nel ruolo di Patrizia, che dietro un sorriso e una finta superficialità culturale e morale nasconde le ferite esistenziali di una giovane donna.

Dall’altra, invece, è invece piacevolmente spiazzante quanto emozionante a livello narrativo quando è la magia e la bellezza del cinema a diventare protagonista. I nostri anti eroi, realizzando i sogni di umili sconosciuti armeni attraverso la macchina da presa, colgono l’opportunità di riscattarsi, riscoprendo l’autenticità e l’emozione di fare qualcosa per il prossimo.

“Hotel Gagarin” è un film capace di emozionare e coinvolgere lo spettatore, e nonostante siano presenti alcune criticità narrative e strutturali, Simone Spada dimostra di possedere talento, sensibilità e una precisa identità di racconto, doti indispensabili per un regista che punti al successo.

La battuta finale di Nicola – “Signori, è stato un onore poter sognare con voi” – racchiude l’essenza emotiva e narrativa del film, che lo spettatore non potrà non condividere pienamente.

 

Il biglietto da acquistare per “Hotel Gagarin” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.

 

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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