Un film di Rob Cohen. Con Jennifer Lopez, Ryan Guzman, Ian Nelson, John Corbett, Kristin Chenoweth. Thriller, 91′. 2015
Su questo film – visto il tema e il tempo che ho impiegato a vederlo – avevo diverse aspettative. Devo dire che il mio giudizio e la mia opinione sono duplici, così come è tendenzialmente duplice il film stesso.
“Il ragazzo della porta accanto” è una pellicola che si può dividere in due parti, con caratteristiche e riuscita totalmente diverse.
Nella prima, che il cast e la trama possa piacere o meno, le cose filano. Jennifer Lopez è una donna in rotta col marito fedifrago, in via di separazione, insegnante in un liceo e impegnata nelle lotte quotidiane col figlio adolescente. Un giorno nella sua vita caotica e in crisi ma tutto sommato normale compare Noah, 19enne nipote del vicino di casa, che dietro la maschera di ragazzo per bene nasconde un passato tutt’altro che limpido.
Claire commette l’errore di lasciarsi andare alle avance del ragazzo, e dopo una sola notte di debolezza si ritrova vittima di una spirale persecutoria dagli esiti imprevedibili.
Crisi coniugale, distrazioni a portata di mano, dilemma etico della donna/insegnante costretta a gestire uno studente che si dimostra troppo preso da lei. Tematiche delicate ma tutto sommato godibili, portate avanti in modo abbastanza credibile. Gli accenni erotici non disturbano, la trama scorre.
Il problema è che nella seconda parte il film precipita, e da thriller psicologico/sentimentale si trasforma in un qualcosa di indefinibile, che occhieggia più agli horror splatter dove predominano elementi incredibili e macabri oltre misura che ad altro. Cosa si può dire della scena nel fienile se non che è ai confini della realtà? Le scene di violenza non sono credibili, non c’è emozione, tensione, pathos. Sono terribili – sia quanto a fotografia che a sceneggiatura.
Alla fine ci si ritrova a scuotere tristemente la testa, per le buone premesse sprecate e la deriva senza ritorno a cui va incontro l’intera barca.
Non sono una fan sfegatata della Jennifer Lopez attrice, ma non si può non riconoscere che, almeno fino a che il film non deraglia, se la cavi piuttosto bene nei panni della donna matura, che cerca di tenere in piedi la sua vita e di non cadere a pezzi. Se il finale è tremendo, la colpa non è della sua prova recitativa.
Bene anche Ryan Guzman, giovane all’apparenza intrigante e servizievole che si rivela invece profondamente disturbato.
Insieme i due funzionano, e almeno per una mezz’ora chi guarda riesce a provare il giusto mix di emozione, eccitazione e senso del pericolo. Poi finisce tutto. Peccato.
Il biglietto da acquistare per “Il ragazzo della porta accanto”: 1)Nemmeno regalato; 2)Omaggio; 3)Di pomeriggio; 4)Ridotto; 5)Sempre.