di Sara Cancellara
Un film di Noah Baumbach. Con Greta Gerwig, Mickey Sumner, Adam Driver, Michael Zegen, Patrick Heusinger. Commedia drammatica, 86′. 2012
Frances vive a New York ma non ha un vero appartamento, è un’aspirante ballerina ma non fa veramente parte della compagnia con cui danza. La sua migliore amica, Sophie, è per lei un’altra se stessa “con capelli differenti”, ma quando Sophie conosce Patch e si trasferisce da lui, Frances deve imparare a badare se stessa da sola.
Aspettavamo da tempo – almeno, io l’aspettavo! – un personaggio come Frances Ha, allegra, ingenua, profonda, creativa, dolce, fragile, semplicemente fantastica.
Non c’ è nulla di malizioso in questa aspirante ballerina che vive a New York. Dai suoi occhi traspare qualcosa di fanciullesco; morbidi e delicati sono i lineamenti del suo viso; teatrale è il suo modo di camminare. Dall’apparente goffaggine traspare l’audacia e la costanza di una grande sognatrice, di una ragazza che aspira a fare della danza una professione e questo grande sogno, nel corso del film, diventa la sua vita stessa. Tutto ruota intorno al grande sogno di Frances.
Il mondo adulto, con le sue problematiche, sembra non contaminarla, per questo Frances è sola e aspetta l’amore, l’amore con la A maiuscola.
L’amica Sophie, il suo alter ego, si piega alle leggi imposte dalla società secondo le quali non essere in coppia è sinonimo di anormalità, e accetta con rassegnazione i dissapori e la noia della sua relazione, annientando se stessa e le sue ambizioni.
Sopra le bellissime musiche di David Bowie Frances – interpretata da una brillante Greta Gerwig – balla la sua vita. Danza per le vie di New York, ridendo fa a botte con l’amica, gesticola e agita le mani in continuazione, regala piroette ai suoi amici e per loro improvvisa una deliziosa cenetta. E con lo zainetto sulle spalle carico di sogni corre, corre…
Il tutto è racchiuso in una pellicola in bianco e nero – scelta strategica da parte del regista Noah Baumbach? Sia come sia è quasi impossibile non tornare indietro nel tempo e non pensare ad Antoine, il protagonista del film “I 400 colpi” di Trouffaut. Come Antoine anche Frances è un personaggio in movimento, irrequieto, che nel rincorrere il proprio sogno compie inconsciamente un’accurata ricerca di se stessa.
E se nella scena finale Antoine ritrova il suo io vedendo il mare, correndo felice sulla spiaggia deserta lontano da tutti e dalla realtà, Frances si muove alla fine leggiadra in un tubino nero e camicia bianca che la fa apparire più adulta, più donna. Anche Frances, come Antoine, ha trovato la sua strada; anche Frances ha cercato nelle pagine dei grandi scrittori (per Antonie il faro era Balzac, per lei Proust) una forza motrice, una spinta irrazionale che la contraddistinguerà per sempre.
Perché Frances Halladay resterà per sempre l’esuberante Frances Ha.