di Teacher Cate
Al mattino a Buckingham Palace, la residenza ufficiale di Londra, la regina Elisabetta viene svegliata alle 7.30 da una cameriera che le porta del tè con il latte. Sul suo comodino il wireless è sintonizzato su BBC Radio Four. Da appassionata di cavalli, la Regina ama leggere il Racing Post a colazione con il marito, il principe Filippo.
Alle 9.30, Elisabetta incontra il suo segretario privato, Robin Janvrin, che a quell’ora le ha già portato la corrispondenza del giorno. Insieme decidono il programma della giornata – che può comprendere l’incontro con un nuovo ambasciatore, visite a ospedali, inaugurazioni.
Di tanto in tanto vengono invitati personaggi famosi – artisti o uomini d’affari – per il pranzo con la Regina, oppure può capitare che altri reali siano invitati a unirsi a lei a palazzo. Tuttavia solitamente la Sovrana consuma un pranzo leggero, da sola.
Ogni pomeriggio alle 14.30 Elisabetta va a fare una passeggiata nei giardini del palazzo. L’etichetta vuole che chiunque sia fuori debba allontanarsi. Soltanto i giardinieri possono rimanere. Nessuno è autorizzato a parlare con la regina a meno che non sia lei a parlare per prima. Il resto del pomeriggio è dedicato ai doveri sociali – la Regina ha il patrocinio di oltre 6.300 organizzazioni e associazioni di beneficenza.
Ogni martedì alle 18.30, Elisabetta si incontra con il primo ministro britannico per discutere di affari di stato. Alle 19.30 gusta un drink con il marito nei loro appartamenti. Se non ha altri impegni, passa poi le sue serate in tranquillità, compilando cruciverba o guardando la televisione con la cena su un vassoio. Va a dormire intorno alle 23.00.
La regnante più longeva della storia d’Inghilterra, anche conosciuta come The Queen, cosa avrebbe fatto se non fosse salita al trono? Probabilmente avrebbe davvero sposato un contadino e avrebbe vissuto in campagna insieme ai cani e ai cavalli che tanto ama.
Il viaggio a Treetops in Kenya, nel febbraio del 1952, cambiò invece il destino di Elisabetta. Da giovane principessa qual era partita, tornò in patria da sovrana. Sono passati sessantatré anni da allora.
God bless the Queen!