Prendere parte alla conferenza stampa di presentazione di un film a cui intervengono regista e cast può essere una bel momento professionale, per approfondire il significato di quello che hai visto sul grande schermo. Oppure, se sei fortunato, può essere un’esperienza che ti arricchisce anche sul piano umano.
L’incontro con il premio Oscar Helen Mirren, a Roma per presentare il suo ultimo film, “La vedova Winchester” di Peter e Michael Spierig, rientra sicuramente nella seconda categoria. All’amica e collega Concetta Piro il compito di parlarvi della pellicola.
Un lungo e caloroso applauso ha accompagnato l’ingresso dell’attrice inglese, accompagnata da Roberto Proia, direttore Divisione Theatrical di Eagle Pictures. Prima di cedere la parola all’ospite d’onore, Proia ha voluto spendere due parole sul progetto e la sua distribuzione.
“Abbiamo scelto di puntare sul film convinti dalla sceneggiatura e dalla regia. Il film uscirà in Italia in 250 copie, anche in lingua originale. È una cosa piuttosto rara per un horror, ma crediamo che il pubblico potrà apprezzarlo”.
La “regina” Helen prende la parola per correggere Proia: “Scusami Roberto, ma non sono d’accordo con te nel definire “La vedova Winchester” un horror. È un film di fantasmi, una ghost story, un tipo di narrazione che esiste sin dai primordi dell’esistenza umana”.
Signora Mirren, alla luce di quanto ha appena dichiarato, potrebbe spiegarci meglio i motivi che l’hanno spinto ad accettare questo ruolo? Uno è la curiosità di interpretare un personaggio realmente esisto?
Ho deciso di accettare il ruolo per motivi diversi. In primo luogo mi piace lavorare con giovani registi, magari ancora poco noti al grande pubblico, ma portatori di una energia e freschezza che si possono toccare con mano. Il personaggio di Sara Winchester mi ha affascinata, e il fatto che la storia avesse radici nella realtà ha avuto un peso. Sarah era una donna molto ricca che in seguito a dolorosi lutti scelse di condurre una vita quasi da eremita, e di far costruire questa casa che ancora oggi è visibile. Su di lei online si trovano tantissime notizie, ma quelli ufficiali sono poche, e questo ha contribuito ad alimentare le leggende, ad esempio che avesse fatto costruire la casa su ordine di un medium per placare le anime dei defunti”.
Che rapporto ha lei con il soprannaturale?
Non credo nei fantasmi. Se un giorno ne vedrò uno inizierò a crederci, ma fino a oggi non è successo, quindi… Diciamo che sono un’agnostica, aspetto le informazioni prima di convertirmi. Credo però nel potere dell’immaginazione umana, credo nel credere. Ritengo che ci sia ancora tanto da scoprire, sul funzionamento della mente umana e sui processi che la regolano.
Per prepararsi al ruolo si è recata in visita alla casa della vedova Winchester? Si è fatta una sua idea sul personaggio, al di là della sceneggiatura? Cosa pensa Helen Mirren di Sarah Winchester?
Complimenti per l’interessante domanda. Sì, ho visitato la casa ed è un edificio straordinario, dopo neanche due minuti all’interno ti senti smarrito, perso. Al contemplo è molto dolce trovarsi lì, perché Sara era una persona minuta e quindi sembra d’osservare una casa di bambole. Ho riflettuto molto su di lei, ma va tenuto conto che non abbiamo molte informazioni dato che si è ritirata alla morte del marito, un po’ come la regina Vittoria. Indossava un velo nero che la nascondeva, la copriva, ma era una donna con una grandissima energia creativa. Credo sia un personaggio estremamente affascinante dal punto di vista psicologico, da tentare di capire e interpretare.
La vedova nel film viene considerata pazza. Secondo lei, chi è un pazzo?
In realtà la parola pazzo mi piace, mi piace la gente matta, mi piace e mi diverte la gente che cammina per strada, magari indossando un tutu rosa, calze gialle e scarpe rosse coi tacchi a spillo. L’eccentricità è interessante, quello che mi spaventa è la gente che non è pazza ma calcolatrice, venale, manipolatrice e pericolosa nella sua non pazzia. Parlando in generale – anche se odio anche le generalizzazioni – approvo la pazzia, amo la pazzia. Alcuni dei più grandi geni sono stati definiti pazzi e penso che dovremmo apprezzare la pazzia.
Il film è una storia di fantasmi, ma anche una riflessione sull’uso e abuso delle armi – tema di stretta attualità. Che cosa ne pensa delle norme in materia attualmente vigenti negli Stati Uniti?
In realtà il discorso delle armi non deve essere ristretto solamente agli Stati Uniti, ma affrontato in modo più ampio e profondo. Esiste una diffusa cultura delle armi nel mondo. Si vendono armi perché è un business redditizio. Non vedo una fine di questa cultura, ma neanche una giustificazione per portarla avanti. Molti Paesi sono responsabili in egual modo: non solo gli Stati Uniti, ma la Francia, la mia Gran Bretagna, l’Italia. Siamo tutti colpevoli. Tempo fa ho letto una storia su dei bambini uccisi nello Yemen da bombe fabbricate in Italia. Il nostro film, comunque, non è intellettuale, è puro intrattenimento. Racconta che le anime della gente uccisa in questo modo continuano a vivere con noi e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Penso a questo ogni volta che sento parlare di stragi di massa e di terrorismo in Europa.
Nel 2017 ha recitato a fianco di Donald Sutherland nel film di Virzì “Ella & John – The leisure seeker”, un vero successo di pubblico e critica. Quanto è rimasta delusa dalla mancata candidatura agli Oscar?
È un film di cui sono molto orgogliosa, avere l’opportunità di lavorare con Paolo (Virzì, ndr) mi ha resa felice. Forse la tempistica d’uscita del film ha influito nella mancata nomination. In ogni caso, quando scegli un ruolo lo fai perché ti piace, non per la speranza di ottenere dei riconoscimenti.
Come giudica i movimenti contro le molestie sessuali #MeToo e Time’s up? Perché secondo lei sono nati solamente adesso?
La domanda da porsi, secondo me, è perché ci è voluto così tanto tempo perché nascessero. Non so darmi una risposta, forse il cambiamento culturale ha richiesto il passaggio di più generazioni. Il ribollire del magma sotto la crosta della cultura va avanti da oltre cento anni. In passato non c’era possibilità che riuscisse a eruttare, ma adesso lo sta facendo. E se pensate che stia venendo nella vostra direzione fareste meglio a mettervi in salvo.
“La vedova Winchester”, con Helen Mirren, Sarah Snook, Jason Clarke arriverà nelle sale italiane giovedì 22 febbraio.