di Sara Cappellini
È ufficialmente partito il conto alla rovescia: il maghetto più amato degli ultimi decenni, nato dalla penna di J. K. Rowling, sta per tornare in libreria. Uscirà il 22 ottobre una nuova edizione illustrata di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, primo libro della saga.
I disegni, tutti rigorosamente a colori, sono opera di un illustratore inglese scelto personalmente dall’autrice. Si tratta di Jim Kay, vincitore della Kate Greenway Medal, uno dei massimi riconoscimenti a livello internazionale dedicato all’illustrazione per ragazzi.
La casa editrice Salani ha annunciato che il progetto non si fermerà con questa prima pubblicazione, ma proseguirà con le edizioni illustrate degli altri sei libri.
Se foste tentati di pensare che le illustrazioni di Kay non aggiungeranno nulla di nuovo alla storia che avete imparato a conoscere, e amare, perché avete in mente i disegni in bianco e nero delle prime edizioni Salani oppure le immaginate simili alle scene dei film, siete fuori strada.
Sebbene Hagrid somigli molto a Robbie Coltrane (l’attore che lo interpreta nei film, ndr) e Draco Malfoy abbia senza dubbio qualcosa di Tom Felton, il protagonista del libro, ad esempio, non ha nulla a che fare con Daniel Radcliffe – la versione disegnata da Kay, infatti, sembra meno vulnerabile.
Le nuove illustrazioni – oltre cento –, che vi porteranno dritti dritti nella vita di Harry a Privet Drive e poi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, vi lasceranno davvero a bocca aperta.
La nuova edizione di “Harry Potter e la pietra filosofale” richiamerà nel layout i libri classici, con uno stile molto carico e decorato. Oltre alla copertina e ai disegni all’interno, saranno infatti illustrati anche i fogli di guardia, e il volume sarà completato da un segnalibro di stoffa.
Alla vigilia di questa interessante uscita, che ci intriga soprattutto perché rappresenta un’eccezione alla regola (fatta da libri in bianco e nero, tutti parole e niente immagini), viene da domandarsi perché i libri illustrati per ragazzi siano diventati così rari.
Le storie per bambini fino a 5 anni sono composte ovviamente solo di immagini; quelle per lettori fino agli 8 anni sono illustrate in ogni pagina. Ma nei libri per un pubblico dai 9 anni in su, a parte le coloratissime copertine, è la parola scritta a dominare, con qualche triste illustrazione, rigorosamente in bianco e nero a spezzare la monotonia (indicativamente ogni 50 pagine).
Gli stessi libri di Harry Potter, pensati in origine per una fascia d’età 9-12 anni, presentano nelle prime edizioni un numero molto esiguo di illustrazioni, illustrazioni che diminuiscono di libro in libro, mano a mano che Harry cresce.
Quando ero bambina mi piacevano i libri della collana I birilli di De Agostini. Questi avevano solo 4 o 5 illustrazioni ciascuno, per di più collocate a caso, magari 50 pagine dopo l’episodio a cui si riferivano, così che dovevi fare uno sforzo mentale non da poco per contestualizzare il disegno.
Forse si ritiene che un bambino, a 9 anni, non abbia più bisogno di immagini per comprendere il senso di un libro o di una storia. Secondo me non è del tutto vero, perché le illustrazioni non hanno soltanto una funzione esplicativa, ma possono servire ad alleggerire la lettura, rendendola quindi più piacevole, ma anche a stimolare la fantasia del giovane lettore.
Voi cosa ne pensate?