Un film di Riccardo Milani. Con Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara, Giorgio Montanini. Commedia, 117′. Italia 2023
Antonio Cerami è un attore di teatro che da tre anni non calca il palcoscenico, vive da solo in un appartamento a Ciampino dove sente il passaggio di ogni aereo e doppia film porno per arrivare a fine mese. Il suo amico Michele, che ha un lavoro stabile presso un piccolo teatro romano, gli trova un incarico insolito: sei giorni di lezioni di recitazione presso un carcere di Velletri allo scopo di far mettere in scena ai detenuti una serie di favole. È un progetto finanziato dal Ministero cui la direttrice del carcere, Laura, ha acconsentito senza troppo entusiasmo, ma ad entusiasmarsi sarà Antonio, che deciderà di mettere in scena presso il teatro di Michele un progetto più grande: “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. Così Mignolo dalla moglie focosa, Aziz nato a Tripoli e arrivato in Italia col gommone, Damiano il balbuziente, Diego il boss e Radu l’addetto alle pulizie rumeno lavoreranno per interpretare un testo complesso e impegnativo, con risultati tutti da scoprire.
Ciclicamente, in Italia, torna alla ribalta il dibattito sul problema delle carceri, che divide politici e opinione pubblica in due fazioni contrapposte. La prima è per la tolleranza zero, soprattutto in materia di reati di sangue e di mafia. La seconda per le pene alternative e per una riforma del sistema carcerario, ormai vetusto.
Se tutti sono d’accordo nel riconoscere il problema del sovraffollamento delle carceri, che non riescono più a portare avanti la duplice funzione punitiva e riabilitativa dell’individuo, le soluzioni credibili per risolverlo latitano.
Negli anni il cinema italiano ha cercato di raccontare, con alterne fortune, la prigione, soffermandosi per la maggior parte sull’aspetto detentivo. Riccardo Milani e Gabriele Astori, invece, hanno voluto parlare dell’altra faccia della medaglia, riadattando il film francese “Un triomphe” di Emmanuel Courcol.
“Grazie ragazzi”, nonostante il vizio d’origine di essere l’ennesimo remake di una pellicola straniera di successo, possiede una discreta intensità drammaturgica e una certa fluidità nell’intreccio.
I due sceneggiatori si sono dimostrati creativi nell’adattare la storia originale alla realtà italiana, mettendo al centro due tematiche: l’opportunità di riscatto per i detenuti e il significato del teatro, non solo arte ma momento catartico.
Antonio Cerami (Albanese) decide di far mettere in scena al suo gruppo di attori/detenuti “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, sottolineando, simbolicamente, il tema dell’attesa – che è un qualcosa che unisce tutti “gli inquilini” del carcere, che “sanno cosa vuol dire aspettare: non fanno altro”.
Il cast, guidato da un credibile e generoso Antonio Albanese, si dimostra all’altezza di un compito non semplice a livello interpretativo. Se Albanese, Sonia Bergamasco, Fabrizio Bentivoglio e in parte Vinicio Marchionni sono solide conferme, mi piace sottolineare la performance di Giacomo Ferrara, Giorgio Montanini e Andrea Lattanzi, vere sorprese del film.
Dopo un inizio promettente, “Grazie ragazzi” perde purtroppo bruscamente quota e qualità nella seconda parte, cadendo vittima dei tipici vizi del cinema italiano – che punta troppo su toni autocelebrativi, melensi e piuttosto prevedibili. Si salva il finale, diverso dall’originale per espressa volontà di Milani.
Insomma questa commedia dolceamara, una via di mezzo tra “L’Attimo fuggente” e “Full Monthy”, non sarà perfetta ma regala comunque un sorriso allo spettatore insieme al desiderio di leggere e vedere in scena “Aspettando Godot”.