Un film di Adam Wingard. Con Alexander Skarsgård, Millie Bobby Brown, Eiza González, Jessica Henwick, Danai Gurira. Azione, drammatico, fantascienza, 113′. USA 2021
Mentre l’organizzazione scientifica Monarch specializzata in criptobiologia continua ad indagare sull’origine dei mostri, c’è un’altra società segreta nell’ombra che vuole sfruttare il potere di queste creature. Appare però chiaro che sulla Terra non c’è posto per due titani e lo scontro tra Godzilla e King Kong appare inevitabile.
La speranza, comunque, è che nel terzo capitolo della saga – che vedrà anche l’arrivo di King Kong – si possa compiere un salto qualitativo, così da dare alla storia consistenza e profondità e non solo effetti speciali. Altrimenti c’è il rischio che Godzilla – e il pubblico! – si rivoltino furiosamente contro gli sceneggiatori.”
Il 31 maggio 2019 chiudevo così la mia recensione su “Godzilla – Il re dei mostri”. Due anni dopo, il mondo è cambiato parecchio a causa del Covid. E tra le altre cose anche l’atteso scontro tra Titani, dalle sale, si è spostato online.
Voglio evitare di ripercorrere le orme di illustri colleghi, svelando la trama del film o facendo spoiler. Ma in effetti, il grande problema dell’atteso “Godzilla vs Kong” è proprio questo: la mancanza di sceneggiatura, di un qualche filo rosso che tenga insieme, in modo non dico armonioso ma quanto meno logico, il cast umano e quello “non umano”.
Lasciatemi dire che il film diretto da Adam Wingard ci sarebbe piaciuto vederlo al cinema. Qui la potenza visiva, la grandezza e spettacolarità degli effetti speciali, l’epicità dei duelli tra le due leggende avrebbero avuto la giusta cassa di risonanza – non c’è pc o impianto home theater che tenga.
Tutto il resto è davvero poca roba. Tra gli attori si salva solo Kaylee Hottle, intensa nel ruolo di Jia, bambina sordomuta ma unica in grado di “comunicare” e soprattutto sentire le emozioni di Kong. Le sue scene con il “mostro” sono le più emozionanti, dopo i combattimenti.
Sempre nella famosa recensione del 2019 scrivevo: “Gli sceneggiatori ripropongono la stessa questione di fondo – la presunzione della razza umana che pensa di sostituirsi alle divinità e comandare sulla Natura e le altre specie […]”.
Ecco, in “Godzilla vs. Kong” cambia poco o niente rispetto al passato (e questo copia-incolla risulta quanto mai stridente rispetto alla realtà che stiamo vivendo). L’unica novità, o se preferite sussulto autoriale, si ha nel finale, quando si ammette la superiorità di Madre Natura, capace di salvare comunque un’umanità egoista quanto avida.
I due titani avrebbero sicuramente meritato uno script migliore, perché con la loro imponente presenza scenica suppliscono a parecchi difetti. Ma non possono fare miracoli.