“Giù le mani dalle nostre figlie”: una commedia a tutta esagerazione

La risposta femminile ad "American pie" dà troppo spazio ai genitori e poco alle giovani protagoniste

di Ambra Azzoli

 

Un film di Kay Cannon. Con Leslie Mann, Ike Barinholtz, John Cena, Kathryn Newton, Geraldine Viswanathan. Commedia, 102′. USA, 2018

Per Julie, Kayla e Sam, amiche inseparabili dal primo giorno di scuola elementare, è arrivata la notte del ballo di fine anno. Peccato che tre dei loro genitori non riescano ad accettarlo e, scoperto via WhatsApp il progetto delle tre ragazze di salutare per sempre la verginità quella sera stessa, si lanciano in una rincorsa impazzita dell’ultimo minuto per impedire loro di vivere la propria e vita e assumersi le proprie responsabilità.

 

Tre adolescenti con gli ormoni impazziti e il desiderio di condividere tutte le esperienze della vita e tre genitori – due padri e una madre – preoccupati per quello che potrebbe succedere alla prole la sera del ballo scolastico. Si potrebbe riassumere così “Giù le mani dalle nostre figlie” di Key Cannon.

Presentato come la risposta femminile ad “American pie”, il film, tra battute equivoche e situazioni imbarazzati, punta tutto sull’esagerazione e l’inverosimile. Cosa dire della scena dove John Cena sfida il gruppo di adolescenti a chi beve più birra? O quella dove le tre protagoniste insieme ai rispettivi accompagnatori, tutti ubriachi, iniziano a vomitarsi addosso l’un l’altro all’interno della limousine?

Quello che viene da chiedersi è se davvero, oggi, per far ridere serva arrivare a tanto…

Le tre ragazze finiscono per passare in secondo piano, rispetto ai genitori, veri “eroi” di questa storia che comunque, en passant, tocca anche tematiche delicate come l’accettazione della propria natura e il valore dell’amicizia.

E naturalmente la necessità, per i genitori, di dismettere al momento opportuno il ruolo di chiocce iperprotettive per far sì che i propri pargoli spieghino le ali e prendano il volo. Da soli.

 

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