Dalla luna (sognata dal pubblico grazie all’immagine di Rä di Martino, che ha rappresentato la sezione) all’Inghilterra passando per il Libano e per il Canada fino all’Isola di San Miguel, nelle Azzorre (Portogallo): è questo l’itinerario disegnato dai premi della 19° edizione delle Giornate degli Autori.
Il massimo riconoscimento, il GdA Director’s Award, è stato assegnato dalla giuria al portoghese “Lobo e Cão” di Cláudia Varejão. Una pellicola schietta e autentica, “che immerge nel suo mondo e affronta un tema importante, presentando i personaggi queer così come sono all’interno di uno spazio per loro sicuro”, come si legge nella motivazione ufficiale.
Il pubblico delle Giornate, invece, ha dato la sua preferenza a “Blue Jean” di Georgia Oakley. Sul virtuale podio anche “Dirty Difficult Dangerous” di Wissam Charaf, a pochissima distanza dal vincitore, e “The Damned Don’t Cry” di Fyzal Boulifa.
“Dirty difficult dangerous” (qui la recensione) del regista franco-libanese Wissam Charaf, storia dell’amore clandestino tra un rifugiato siriano e una domestica etiope nella Beirut di oggi, si è parzialmente consolato con il Label Europa Cinemas, che premia il miglior film europeo alle Giornate degli Autori. A “The maiden” del canadese Graham Foy, per finire, il riconoscimento BNL x Cinema del Futuro.
“Il viaggio di questa 19° edizione ci ha veramente portati sulla Luna – ha dichiarato la direttrice artistica Gaia Furrer. – Attraverso i film presentanti, seduti idealmente tra i crateri del nostro satellite, abbiamo avuto modo di vedere la Terra e le nostre vite da una prospettiva diversa, più chiara. Le parole dei protagonisti ci hanno aiutati a comprendere il senso profondo, intimo di una selezione che tra passato e futuro è riuscita a raccontarci il presente”.