Telefilm | Rai 1 | Il commissario Montalbano – Un covo di vipere

Sembra ieri quando per la prima volta sentimmo la voce di Luca Zingaretti dire al telefono “Montalbano, sono!”. Invece sono già trascorsi diciotto anni. Correva l’anno 1999, su Rai 2 andò in onda “Il ladro di merendine”, primo episodio della fortunata saga dedicata al commissario immaginato da Andrea Camilleri.

Il consenso di pubblico e di critica si è consolidato anno dopo anno, arrivando nel 2016 a concretizzarsi in un 40% di share, con oltre 10 milioni di spettatori. “Il Commissario Montalbano” è la fiction più amata e seguita non solamente in Italia, ma in oltre 60 paesi nel mondo.

Una vera istituzione non solo cinematografica, ma anche turistica per i comuni siciliani di Scicli, Modica e Ragusa dove abitualmente si svolgono le riprese. Ogni anno, infatti, migliaia di turisti stranieri si riversano in massa in città per ammirare dal vivo le bellezze naturali e non che da vent’anni fanno da sfondo alla fiction.

Il 27 febbraio e il 6 marzo andranno in onda, in prima visione assoluta su Rai 1, due nuovi episodi, “Un covo di vipere” e “Come voleva la prassi”, portando il numero totale a trenta.

“Il successo di Montalbano – ha dichiarato Luca Zingaretti in conferenza stampa – nasce prima di tutto dalla solidità e incisività dei romanzi di Camilleri, che offrono ogni volta agli sceneggiatori terreno fertile da cui attingere per scrivere storie intese, umane e profonde”.

“Un covo di vipere” è probabilmente il romanzo più feroce, cupo e amaro tra quelli scritti dallo scrittore siciliano.

Una mattina l’imprenditore sessantenne Cosimo Barletta (Marcello Mazzarella) viene trovato morto nella sua casa al mare. È stato ucciso con un colpo di arma da fuoco, mentre era seduto in cucina a bersi un caffè. Non ci sono segni di effrazione, quindi a compiere il crimine è stato qualcuno che lo conosceva.

Quando il medico legale Pasquano (Perracchio) rivela a Montalbano (Zingaretti) che Barletta non è stato ucciso da un colpo di pistola bensì da un potente veleno, il commissario e la sua squadra devono trovare non uno ma due assassini.

Il caso assume presto tinte fosche, quando Montalbano scopre, anche grazie alla collaborazione dei figli della vittima, che Barletta era tutt’altro che una persona integerrima: uomo freddo, crudele, donnaiolo impenitente, strozzino. Inoltre aveva l’hobby di fotografare di nascosto le donne con cui si accompagnava, per poi ricattarle.

Sulla carta, insomma, i nemici non gli mancavano e l’indagine si rivela insidiosa, soprattutto quando, scavando nei segreti della famiglia, il commissario si rende conto che uno dei figli è pieno di debiti e disoccupato, e neppure la figlia Giovanna (Valentina Lodovini), apparentemente anima candida, è senza peccato…

Gli sceneggiatori, con abilità e sensibilità, mettono in scena una tragedia familiare moderna, mostrando i lati più oscuri e terribili di tutti i suoi componenti.

“Un covo di vipere” è una macchina perfettamente collaudata sul piano delle interpretazioni del cast “classico”, con ogni attore calato nel proprio ruolo, credibile e naturale.

Gli attori di puntata sono altrettanto convincenti. Merita una menzione speciale Valentina Lodovini, brava, intensa e talentuosa nel costruire il suo personaggio, donandogli una ricchezza di sfumature psicologiche e umane che fino alla fine stupiscono e spiazzano chi guarda.

Dopo aver visto “Un covo di vipere” lo spettatore non potrà non guardare alla famiglia sotto una diversa prospettiva, e all’amore anche, considerandolo non più solo in chiave romantica ma nero e tragico, capace da sempre di condizionare l’uomo.