Un film di Dan Kwan, Daniel Scheinert. Con Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, James Hong, Jamie Lee Curtis. Azione, 139′. USA 2022
Evelyn e il marito Waymond sono cinesi americani con una tipica impresa di famiglia: una lavanderia a gettoni. Sono però indietro con le tasse e devono presentarsi presso l’ufficio della IRS con vari documenti che giustifichino la detrazione delle spese. Della famiglia fanno parte anche il nonno materno Gong Gong e la figlia Joy, che è in una relazione lesbica mal digerita dalla madre. Nell’ufficio di Evelyn la banalità della sua vita viene travolta da una sconcertante missione: il multiverso è in pericolo e la donna, assumendo in sé le capacità delle proprie varianti da altri mondi, deve cercare di arrestare una misteriosa entropia cosmica.
Prima di Christopher Nolan, di “Interstellar” e della Marvel, le discussioni sul tempo e sui possibili mondi paralleli erano oggetto di studio da parte di scienziati e accademici e difficilmente avrebbero appassionato il grande pubblico.
Poi i produttori americani hanno avuto l’intuizione del potenziale del multiverso, ed ecco che un argomento specialistico e complesso è diventato popolare e ha appassionato miliardi di persone.
I supereroi di oggi non sono più chiamati a salvare solo la vecchia, cara Terra: devono confrontarsi con avventure che coinvolgono diverse linee temporali, versioni alternative di se stessi, catastrofi di dimensioni multi-planetarie.
Ma il tema può essere declinato anche in chiave meno catastrofica, e “Everything everywhere all at once”, rivelazione dell’anno negli Stati Uniti e in uscita solo adesso nelle nostre sale, ne è la dimostrazione.
Dan Kwan e Daniel Scheinert firmano una sceneggiatura imprevedibile, divertente, spiazzante, declinando i conflitti all’interno di una famiglia asiatica in un’inedita chiave fantasy. Lo spettatore è trascinato dentro una storia originalissima, al netto di qualche passaggio troppo lungo.
Non voglio rovinarvi la visione dilungandomi sulla trama, vi basti sapere che il punto di forza del film è sicuramente la protagonista Michelle Yeoh. Nel ruolo dell’infelice e repressa Evelyn, la Yeoh regala una performance davvero straripante, camaleontica, intensa, alternando momenti leggeri ad altri più drammatici e ad altri ancora da vera eroina.
Evelyn è stanca, disillusa da tutto e da tutti, sul punto di chiedere il divorzio al marito. Una donna talmente involuta e distratta da non accorgersi che questo suo atteggiamento rischia di condizionare negativamente il futuro della figlia Joy e del mondo intero…
“Everything Everywhere all at Once”, pur muovendosi all’interno di una cornice che potremmo chiamare di stampo Marvel, non rinuncia all’elemento orientale nelle scene di battaglia e soprattutto fa emergere con la giusta gradualità e intelligenza la sua vera identità introspettiva ed esistenziale.
Un film che ridisegna in modo inusuale i drammi e le incomprensioni familiari, portando avanti un racconto avvincente, divertente ed emozionante.