Una serie ideata da Carlos Montero, Darío Madrona. Con Itzan Escamilla, María Pedraza, Miguel Bernardeau, Miguel Herrán. Drammatico, thriller. Spagna. 2018-in produzione.
Tra i Paesi europei in cui Netflix ha deciso di investire con produzioni originali, la Spagna è sicuramente uno di quelli che ha dato i migliori risultati, basti pensare al successo internazionale de “La casa di carta”.
Il consenso di un pubblico ha portato il colosso statunitense a creare un polo produttivo europeo per realizzare serie televisive in lingua spagnola. “La Spagna ha un ricco patrimonio culturale ed è un’industria molto innovativa per quanto riguarda il piccolo schermo” ha dichiarato il vicepresidente di Netflix International Originals.
Tra le nuove serie “spagnole” che stanno riscuotendo un grande successo c’è sicuramente “Elite”, la cui prima stagione, composta da otto puntate, è stata rilasciata integralmente il 5 ottobre 2018 e che è stata rinnovata per una seconda stagione.
Ma se è vero il detto “squadra che vince non si cambia” è impossibile non notare, sin dalle prime scene, la somiglianza con un’altra produzione Netflix di successo – soprattutto per le tematiche affrontate e lo spunto narrativo. Stiamo parlando di “Tredici”.
La morte di una studentessa sconvolge una scuola prestigiosa. I sospettati, tra i compagni, sono tanti e tutti sembrano nascondere qualcosa. Partendo da qui, “Elite” affronta la narrazione attraverso due linee temporali: il momento in cui è avvenuto il tragico evento e il presente, dove i sospettati vengono interrogati.
Flashback e flashforward scandiscono l’intera vicenda, che mette al centro l’ambiente scolastico ed extra-scolastico, con i classici drammi adolescenziali, il conflitto tra apartenenti a classi sociali diverse, il conflitto con gli adulti, i social network.
Nonostante alcuni momenti interessanti, “Elite” risulta tremendamente scolastica come ideazione, sceneggiatura e regia, con continue cadute in cliché e luoghi comuni e personaggi tratteggiati non sempre in modo accurato. Anche la messa in scena non presenta soluzioni particolarmente innovative o degne di nota.
Se avete amato “Tredici” probabilmente anche questa serie riuscirà a coinvolgervi, ma il discorso giovanile, qui, non viene portato avanti in modo esemplare. Il limite di “Elite”, infatti, è di voler raccontare tantissime cose ma con poco impegno, finendo per risultare povera, banale, dimenticabile.
Come il precedente a cui chiaramente si espira anche questa serie proseguirà con una seconda stagione… che visto il finale della prima già si preannuncia piuttosto inutile, visto che la storia si è esaurita.