Un film di Michael Engler. Con Hugh Bonneville, Jim Carter, Michelle Dockery, Elizabeth McGovern, Maggie Smith. Drammatico, 122′. Gran Bretagna 2019
1927. Downton Abbey è l’aristocratica dimora nello Yorkshire di proprietà della famiglia Crawley, al cui comando ora sono la primogenita Mary e il cognato Tom Branson, subentrarti al conte Robert e alla sua moglie americana Cora. La grande notizia è che re George V e sua moglie Mary (i nonni dell’attuale regina Elisabetta, per intenderci) verranno in visita e soggiorneranno presso i Crawley per una cena e una nottata. Tutta Downton Abbey si mobilita per accogliere degnamente i coniugi reali, e l’austera Mary cerca di neutralizzare le due mine vaganti: Tom l’irlandese, le cui idee indipendentiste potrebbero apparire indigeste ai reali, e il maggiordomo Thomas Barrow, subentrato all’affidabile Charles Carson. Per ovviare al secondo rischio Mary richiama Carson dalla pensione, e naturalmente Barrow risente dello schiaffo morale. Ma nessun affronto è peggiore dell’imposizione, da parte dei sovrani in visita, di sostituire all’intero gruppo di domestici di Downton Abbey lo staff della Casa reale.
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Versione cinematografica e sequel della serie britannica di successo che si è conclusa, con la sesta stagione, nel 2015, “Downton Abbey” di Michael Engler è capace di portare sul grande schermo le caratteristiche che hanno reso memorabile lo show – inclusi i completi di tweed e le innumerevoli tazze di tè.
L’azione riprende nell’autunno 1927, due anni dopo gli eventi mostrati nel finale della serie. Gli sceneggiatori non tentano in alcun modo di venire incontro a chi non conosce bene i membri della famiglia Crawley o le persone al loro servizio: qui si dà per scontato che una conoscenza di base già ci sia.
La storia è abbastanza semplice, ruota intorno a una visita a Downton Abbey di re Giorgio V e sua moglie Mary, i nonni dell’attuale regina Elisabetta, per intenderci, ma nel corso del film emergono diverse trame secondarie che contribuiscono a rendere il tutto piuttosto interessante.
Per chi ha amato la serie sarà un po’ come tornare a casa: tra ironia british, un cast a suo agio nei rispettivi ruoli, costumi e ambientazioni curate e spettacolari. Chi invece si avvicina alla storia per la prima volta potrebbe avere qualche problema a raccapezzarsi. Ma basterà recuperare i 52 episodi della serie, per colmare i vuoti.