“Diciannove”: giovane diplomato alla ricerca del proprio posto nel mondo

Il film di Giovanni Tortorici lascia il pubblico interdetto davanti alla storia di Leonardo

Un film di Giovanni Tortorici. Con Manfredi Marini, Vittoria Planeta, Luca Lazzareschi, Zackari Delmas, Dana Giuliano. Drammatico, 109’. Italia, Gran Bretagna 2024

Leonardo, diciannovenne di Palermo, lascia Londra per trasferirsi a Siena, in Toscana, e iniziare la facoltà di lettere. Il viaggio introspettivo tra i ricordi del protagonista mostra la sua maturazione mentre è alla ricerca del proprio posto del mondo.

 

Il conseguimento della maturità scolastica, a 18/19 anni, quasi mai coincide con la maturità emotivo-caratteriale. Inutile girarci intorno: tutti siamo stati giovani, convinti di conoscere tutte le risposte e di essere in procinto di scalare le vette del successo. Quanto eravamo presuntuosi!

Passano gli anni e cambiano i costumi, ma alcune verità restano le stesse. La giovinezza è una “malattia” universale e intergenerazionale; i ragazzi usciti dalle scuole superiori non hanno idea di chi sono e cosa fare delle loro vite, a cominciare dalla scelta della facoltà universitaria.

“Diciannove” di Giovanni Tortorici, presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia, è il tentativo di stilare una sorta di manifesto generazionale sulle contraddizioni, le manie, le paure che attanagliano i giovani neo-diplomati. Un manifesto crudo, volutamente realistico nei dialoghi (infarciti di parolacce e turpiloqui) e nelle azioni dei personaggi.

La scelta del regista è azzardata, forzata ed eccessiva in alcuni passaggi, ma si rivela coerente e funzionale.

Il diciannovenne Leonardo (Marini) raggiunge la sorella a Londra e inizia lì li studi. Il suo entusiasmo, però, dura solo un paio di settimane, ed eccolo rifare i bagagli, direzione Siena, dove si trova una delle migliori facoltà di lettere d’Italia.

Leonardo vive nel suo mondo di libri e autori, chiuso dentro la sua stanza. Leonardo detesta tutto e tutti, si finge cortese e festaiolo quando in realtà è oppresso da sentimenti negativi e distruttivi.

Manfredi Marini interpreta il protagonista, e si dimostra all’altezza del compito. Con personalità e presenza scenica, supportato anche da un mix tra faccia da schiaffi e da bravo ragazzo, il giovane attore regge il peso del film restando sempre centrato e stabile.

L’anno di Leonardo si dimostra inconcludente e quasi tragico, eppure il ragazzo non sembra né pentito né cambiato dagli errori fatti. Il pubblico resta interdetto, dubbioso, ma forse era proprio questa l’intenzione del regista Tortorici.