“Cuori puri”: un amore impossibile sullo sfondo della periferia disastrata

Roberto De Paolis dirige un film emozionante, attento e generoso che pone interrogativi importanti

Un film di Roberto De Paolis. Con Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce. Drammatico, 114’. Italia 2017

Agnese compie i diciotto anni mentre vive con una madre molto devota e frequenta la parrocchia locale dove sta per compiere una promessa di castità fino al giorno delle nozze. Stefano ha venticinque anni, un passato difficile e un presente in cui deve cercare di conservare l’incarico di custode di un parcheggio che confina con un campo rom. La sua famiglia sta per essere sfrattata e ha bisogno del suo aiuto. Il loro incontro farà nascere un sentimento speciale che implica delle scelte importanti, in particolare per Agnese.

 

Il film “Cuori puri”, presentato nella sezione Quinzaine del Festival di Cannes, esordio nel lungometraggio per Roberto De Paolis, racconta una storia d’amore e di periferia tra due ragazzi, Stefano (Liberati) e Agnese (Caramazza).

Lui è cresciuto nei palazzoni, tra la microcriminalità, lei in una comunità cattolica molto attiva, con una madre (Bobulova) osservante ai limiti del fanatismo.

Un amore impossibile, il loro, messo alla prova dalla realtà che li circonda e per il quale dovranno rinunciare a punti di riferimento e certezze.

In una periferia romana che trasuda tensione per la co-abitazione tra italiani e stranieri, caratterizzata da una repulsione dettata dalla paura, dalla crisi e da un senso di impotenza che annebbia vista e pensieri, i mondi vissuti da Agnese e Stefano sono agli antipodi ma collidono nel momento in cui incrociano l’altro.

La città nel suo complesso è quasi invisibile in “Cuori puri”, un film fatto di luoghi ritratti spesso in modo parziale che mantiene un fuoco sempre molto stretto sui personaggi.

Quello che maggiormente colpisce è la regia di De Paolis, che con una camera costantemente vicina ai suoi personaggi centra l’emotività nelle sue varie sfumature, quelle dell’amore materno, delle incertezze, del primo amore, del disagio, delle tensioni e della fede.

Il film restituisce allo spettatore la miseria di una periferia abbandonata, dove una madre cerca di salvare la figlia imponendole come unica via una fede religiosa. Perché l’alternativa è la criminalità e poco altro.

Un percorso di apprendimento e crescita che da individuale possa aspirare a farsi metafora di incertezze e paure che coinvolgano un’intera società, “Cuori puri” è un racconto morale e di formazione che ha il suo nucleo in questioni di stretta attualità come lavoro, casa e immigrazione.

Un’opera attenta e generosa, ma piena di incertezze su quale sia il percorso giusto da intraprendere per un futuro di coesione e speranza.

 

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Federica Rizzo
Campana doc, si laurea in scienze delle comunicazioni all'Università degli studi di Salerno. Internauta curiosa e disperata, appassionata di cinema e serie tv, pallavolista in pensione, si augura sempre di fare con passione ciò che ama e di amare fortemente ciò che fa.

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