Un film di Eros Puglielli. Con Luca Argentero, Antonia Truppo, Galatea Ranzi, Gianluca Gobbi, Tommaso Ragno. Drammatico, 95′. Italia 2019
“Le cose non sono mai quelle che sembrano e neanche io sono quello che sembro”. Copperman ovvero Anselmo, è un uomo che viaggia nel mondo con l’innocenza di un bambino e il cuore di un leone. Abbandonato dal padre, che lui crede un supereroe, Anselmo vive con la madre che a forza di ripetergli quanto sia “speciale”, se ne è convinto anche lui. E proprio come Forrest Gump ha conservato nel tempo una purezza infantile e il candore disarmante di chi non conosce la diffidenza. Il suo grande amore è Titti conosciuta a scuola alle 10, 34 minuti e 12 secondi di un giorno speciale e poi inghiottita da un’ assenza troppo lunga. E poi c’è Silvano, il fabbro del paese, arrivato non si sa da dove, suo padre putativo e mentore. Uno che ha poche parole e una pistola. E che è diventato suo amico dalle 11 e 47 minuti del 12 aprile 1991. Grazie a lui, Anselmo diventa Copperman.
Ritorno alla regia cinematografica dopo una lunga esperienza in tv per Eros Puglielli che con “Copperman” confeziona una favola moderna, l’avventura di un uomo che vive il sogno di un bambino.
Anselmo (Argentero), questo il nome del nostro eroe, è stato particolare sin da bambino: abbandonato dal padre che lui crede un supereroe, è stato cresciuto dalla madre che gli ha sempre detto quanto sia speciale. Per questo, alla fine, Anselmo se n’è convinto.
Un po’ cinecomic, un po’ “Forrest Gump”, “Copperman” parte dall’ottimo spunto di parlare di disabilità come fosse un superpotere e dalla tenerezza evocata da due bambini che, nella loro diversità, si avvicinano e si innamorano. Tutta la parte dove vediamo i protagonisti bambini risulta, perciò, interessante, soprattutto per il lavoro fatto sui due giovani attori (Sebastian Dimulescu e Angelica Bellucci), anche se la recitazione non è il top.
Purtroppo, le buone intenzioni si perdono man mano che il film procede: “Copperman” perde l’originalità e si trasforma in una commedia romantica travestita da cinecomic, in cui il supereroe deve salvare la sua bella dal cattivo di turno.
Luca Argentero riesce a rendere bene la purezza e l’ingenuità del suo personaggio, anche se non mancano alcuni momenti troppo stereotipati che potrebbero infastidire lo spettatore. Buona prova anche per Antonia Truppo e Galatea Renzi; meno convincente invece il villain, interpretato da Gianluca Gobbi, che sfiora spesso la macchietta e non riesce a incidere davvero sulla pellicola.
Con una fotografia dai colori fiabeschi e una buona mano registica di Puglielli, “Copperman” si rivela una storia soprattutto familiare che declina l’handicap in chiave supereroistica. Un’opera sicuramente imperfetta, ma che riesce ad approcciarsi con candore anche alla brutture della vita.