Il libro racconta la vita avventurosa di una giovane donna, Shim Chong. A soli quindici anni viene venduta dal padre a un mercante cinese, che la conduce in Cina per diventare la concubina di un ricco ottuagenario. Durante il viaggio in mare la ragazza riceve un nuovo nome – Lianhua, cioè Fiore di Loto – ma questa non sarà che la prima delle sue molte identità. Le sue avventure si svolgeranno tra terra e mare, in residenze signorili, bordelli, regge e case da tè. Fiore di Loto viaggia da Nanchino a Taiwan a Singapore. Nella sua lunga vita è concubina, prostituta, geisha, moglie, madre, tenutaria di case di piacere, fino a essere, per un breve periodo, anche una principessa.
LEGGETELO SE… | Se, come me, amate solcare i mari e viaggiare per terre lontane. Frasi poetiche a parte, leggetelo se vi piacciono le storie esotiche, con ambientazione diversa dal qui e oggi. La storia di Chong si snoda tra tantissimi luoghi – piccoli villaggi, porti commerciali, grandi città, colonie abitate solo da minatori e coltivatori, regni quasi fiabeschi. La donna non sta ferma un attimo e così noi, che seguiamo le sue disavventure e i suoi momenti di fortuna.
Leggetelo anche se vi incuriosisce conoscere la vita delle donne nell’Asia del 1800, non solo quella delle vere e proprie geishe, ma anche quella delle concubine, delle mogli, delle prostitute. Il libro racconta con chiarezza un mondo che si è perso. Racconta proprio il momento in cui l’arrivo degli occidentali sta già provocando il tramonto di quella società – anche se non tutti si sono ancora accorti della cosa. La ricchezza di dettagli e particolari è unica.
NON LEGGETELO SE… | Intanto se siete troppo sensibili, suscettibili o pudici in fatto di particolari sessuali e poco piacevoli. Questo è un libro che non tralascia niente, che descrive con chiarezza e nel dettaglio anche le scene peggiori. Non è un libro porno (dopo “50 sfumature” & affini ci sarà anche chi si sarà abituato!), però è un libro che parla anche di sesso, di violenza, della vita di una donna in un mondo difficile. Ammetto che alcuni passaggi hanno toccato anche me, lettrice accanita e poco propensa allo sconcerto. Ma vedere descritte nero su bianco certe pratiche, e soprattutto essere messi davanti al fatto che cose simili sono successe davvero a tante ragazze e che non si tratta solo di fiction è senza dubbio forte. Se pensate di non sopportare certe cose, quindi, se le scene crude non vi fanno dormire la notte, questo libro non fa per voi.
Non leggetelo nemmeno se vi aspettate una storia molto scorrevole, scritta all’occidentale. Questo è un romanzo asiatico e lo si capisce anche dal ritmo. C’è spazio per digressioni storiche e note paesaggistiche, tra le varie avventure di Chong. All’inizio la cosa può infastidire un po’ – si ha l’impressione che la storia vera e propria non scorra, si perdono di vista i personaggi. Ma: 1) Non si parla delle digressioni chilometriche di Tolstoj in Guerra e Pace, qui dopo poche righe si riprende il filo del discorso; 2) Andando avanti con la lettura ci si abitua a questo andamento e finisce per essere piacevole.
Tirando le somme è una storia orientale, che racconta un mondo lontanissimo dal nostro senza filtri, ma con oggettività e sguardo diretto. Il lettore si trova come davanti a uno schermo, che rimanda senza abbellimenti quello che è stata la vita della protagonista e delle altre donne della sua epoca. Poetico quanto basta. Realistico. Magico, per certi versi.